Mese impegnativo, quello di maggio, per quanto riguarda le letture e il fatto che io ogni sera prenda un antistaminico non facilita la situazione.
Più o meno succede questo: torno a casa, abbraccio il mio libro pronta a spolparmelo, mi metto a letto, prendo un antistaminico, apro il libro…e dormo. E’ uguale tutte le sere. Ma a questo stiamo ponendo due rimedi:
1) sto cambiando antistaminico
2) ho in progetto di andare presto al mare e l’allergia sarà un ricordo.
Con tutte queste difficoltà ho letto Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli (Feltrinelli), proposto dalla Libreria Vicolo Stretto per un doppio motivo:
1) il gruppo di lettura
2) lunedì (4 maggio 2015) Marco Missiroli era a Catania (sempre da Vicolo Stretto) per presentarlo, il suo libro.
Questa cosa di leggere un libro che poi verrà presentato ha un senso 🙂 anche se forse Marco Missiroli non avrei voluto conoscerlo dal vivo, e piano piano che andrò avanti in questo post vi spiegherò perché.
Atti osceni in luogo privato è un libro delicato, come del resto lo è anche la sua copertina (mi piace poter dire che sono un po’ fuori dal coro). Ok, ne hanno dette tante per spiegare cosa è e cosa non è questo libro, giudicato per una copertina che a mio parere è semplicemente bellissima, con meno doppi sensi che qualcuno si è premurato a cercare. Si tratta comunque della riproduzione di una foto di Erwin Blumenfeld dal titolo “Holy Cross (in hoc signo vinces)”.
Marco Missiroli racconta della storia di Libero Marsell, un dodicenne che vive a Parigi da quando la sua famiglia ha lasciato Milano per seguire il lavoro del padre. Il libro comincia con una scoperta che è un trauma per Libero: la madre ha un altro uomo e non un uomo qualunque. Inizia così l’approccio al sesso di un ragazzino che cresce in un Paese solo inizialmente straniero. L’aria è un po’ quella del The Dreamers di Bernardo Bertolucci. L’amore che Libero ha prima per Lunette, poi per Frida e infine per Anna; il rapporto di affetto con il padre che cresce e si rinforza, il senso di rottura e poi di ricostruzione con la madre; l’amicizia profonda con Marie, una donna tanto più grande di lui; gli amici di Parigi e quelli di Milano; le sue scoperte sessuali, la consapevolezza di piacere, vivendo fasi alternate tra sentimenti di piacere stesso e di dolore.
E’ uno di quei libri che le Matte definiscono libri al quadrato.
Pieno di citazioni di altri libri da Camus a Buzzati passando per moltissimi altri autori con titoli che ho già appuntato sulla mia lista di libri da leggere. Il ruolo della libraia lo ricopre Marie, che lavora in una biblioteca ed è una vera e propria Caronte, che fa fare dei viaggi virtuali e reali a Libero che, con queste guide di carta, cresce, affronta il mondo con letture che si adattano ai suoi umori e ai suoi sentimenti.
Di questo libro ho segnato una frase che mi ha colpito molto più di altre. Non so ancora cosa ne farò o se ne farò ma è questa: “Aveva letto di questo neuroscienziato americano che era riuscito a stabilire il peso della solitudine, ricavandone una legge: se due individui solo in egual misura si incontrano il risultato sarà la neutralizzazione di entrambe le solitudini. Se uno dei due possiede una percezione di isolamento maggiore, subirà un aggravamento del suo stato iniziale”.
Perché qualche rigo fa ho detto che forse Marco Missiroli non lo avrei voluto incontrare? Perché questo libro mi è apparso dolce, nonostante la durezza di alcune parti. Ho letto diversi libri che parlano di sesso scritti da uomini e da donne, e che mi hanno infastidito e non poco. Qui il protagonista non è il culo della copertina, è qualcosa di più e il modo in cui l’argomento viene trattato mi ha fatto pensare ad una persona diversa da quella che ho incontrato lunedì sera e che mi è sembrata fin troppo brusca in certi momenti. Mi sono data diverse spiegazioni, dettate anche dal fatto di avere percepito la timidezza di Marco che durante la presentazione ha sempre e solo guardato il tetto della libreria e nessuno negli occhi: la timidezza va combattuta con i mezzi che si possiedono e con quelli che si riesce a costruire strada facendo e a volte, a stare davanti ad un pubblico che magari ti fa le stesse domande sempre e che si aspetta chissà cosa da te, la durezza/rudezza è la giusta reazione alla vita.
(Atti Osceni in luogo privato/Marco Missiroli/ Feltrinelli/ 16,00 € / pp 256)
Mari