Al momento in cui scrivo questo post, in realtà, non ho ancora finito di leggere questo romanzo di cui ci ha omaggiate Baldini e Castoldi. Ma ne sono talmente presa che non riesco a parlarvi di nient’altro. Oltretutto, visto che questo blog è #nospoiler non è un problema non aver letto le ultime quaranta pagine del romanzo per dirvi quanto intrigante è stata la lettura di “Florence” firmato da Stefania Auci.
Sarà stato il fatto che il protagonista (Ludovico Aldisi) è un ambizioso giornalista della «Nazione» (e che la sua ambizione, il suo desiderio di emergere, ma anche e soprattutto la sua volontà di raccontare i fatti che ha toccato con mano mi hanno toccato – da giornalista – davvero da vicino). Sarà che alla precisa ricostruzione storica e ambientale compiuta dall’autrice è sapientemente mescolata la storia di un amore e di una passione che ti entra nelle vene. Sarà stato il cambiamento profondo vissuto da Ludovico Aldisi al suo ritorno dalla guerra, come corrispondente… Perché dopo averne conosciuto gli orrori, non si può più essere quelli che si era prima. Oppure anche tutte e tre le cose insieme. Ma per me è stato davvero impossibile staccare gli occhi dal romanzo. (Se non avessi dovuto lavorare sarebbe stato tutto più semplice).
Ma veniamo alla trama. La prima parte del romanzo è ambientata a Firenze, già scossa dai venti della Prima Grande Guerra. Il dibattito culturale circa l’opportunità (o l’esigenza) che l’Italia entri in guerra è acceso. Ludovico Aldisi è un’interventista convinto e – come dicevamo – vede nella guerra anche un’occasione personale di prestigio e ascesa sociale. Ludovico è un uomo senza legami: non ha amici, ha una relazione clandestina con una bella e sofisticata donna (Claudia Anselmi) più grande di lui e moglie di un ricco e noto avvocato, in redazione non è visto di buon occhio per il suo desiderio di emergere, la sua ambizione e l’atteggiamento snob e punzecchiante (che però gli ha permesso di compiere una vera e propria scalata professionale da fattorino a giornalista). Proviene da una famiglia poverissima, di pescatori, di cui quasi si vergogna… Ma con cui suo malgrado deve continuare a fare i conti. Proprio come la sera in cui, invitato da Claudia a una cena dove viene introdotto nell’ambiente della ricca borghesia di Firenze, scopre che proprio il marito di Claudia lo deride e lo disprezza per le sue umili origini insieme agli amici.
E’ a Claudia che Ludovico chiede un prestito per potersi mantenere mentre sarà (su sua esplicita richiesta) l’inviato in prima linea della «Nazione» e lei lo aiuterà, ma non tanto quanto sperava Ludovico. Da giovanissima ha scelto di sposarsi con un uomo che trovava ricco e affascinante, ma che si è subito rivelato un violento. Ha cercato riparo dalla sua famiglia che però l’ha rispedita indietro dal marito, crudele e grottesco, e lei ha dovuto inventarsi un modo per sopravvivere a un orribile e infelice matrimonio che non è stato addolcito neanche dalla gioia dei figli. E’ sterile Claudia e nel momento in cui il marito lo ha scoperto ai suoi occhi è diventata insignificante, inutile. Lui ha dei figli con un’altra donna ed è per questo che accetta che la mogli abbia avuto molti amanti… Ma quando scoprirà di Ludovico in lui emergerà un insaziabile desiderio di vendetta, perché il figlio di quel pescatore non è del loro rango.
Poco prima di partire per il fronte e di affiancare le truppe scozzesi, Ludovico incontrerà il suo compagno di studi Dante Ducceschi che ha un segreto davvero molto difficile da gestire a quei tempi. L’incontro avviene durante una “manifestazione pacifista”. Dante viene ferito e soccorso proprio da Ludovico che ne impedisce l’arresto e decide di riaccompagnarlo a casa, dal suo ex relatore di cui Dante è diventato assistente. E’ lì che Ludovico conoscerà Irene Laurenti, la figlia del professore universitario. Bella, giovane, cresciuta in Francia dove le donne godono di grande libertà. Dolce, moderna, malinconica, intelligentissima, libera e cultrice delle idee pacifiste (proprio come anche suo padre).
Quindi, Ludovico parte per il fronte e riesce a unirsi al reggimento dei Gordon Highlanders. E’ il capitano di questo battaglione scozzese, Jasper Freeman, che gli aprirà gli occhi sulla realtà della guerra. Lui crede nell’onore e i dialoghi fra questi due personaggi sono forse alcuni dei momenti più intensi di tutto il romanzo: «Ricordi sempre questo signor Aldisi: nessuno vuole sapere cosa accade davvero su un campo di battaglia. Mai. Se lo facesse sarebbe costretto ad ammettere che l’animo umano è capace di ogni bassezza… Che siamo animali prima di tutto». Polvere, artiglieria, sangue dei caduti, i racconti della vita del capitano, le lunghe camminate col passo dei soldati che Ludovico acquisisce in pochissimo tempo, le retrovie, le bombe, gli scheletri delle cittadine. Il romanzo non è racchiuso in questi (pochi) capitoli al fronte, ma questi sono la chiave di volta del personaggio.
Come sapete, noi Matte non raccontiamo mai quello che accade nel romanzo, perché vi rovineremmo la lettura. Ma è ovvio che la Guerra segnerà la vita del protagonista in un passaggio di grande impatto emotivo. Al ritorno dalla guerra Ludovico sarà un uomo diverso, distrutto dall’aver vissuto sulla propria pelle la fame, la stanchezza di aver dormito anche solo un’ora a notte, il freddo, la morte. Quello che all’inizio era un ambizioso, arrogante e spregiudicato cronista (a me per niente simpatico) è davvero un’altra persona. Ma la storia dentro la Storia prende una piega imprevista. E ci si sposta nel Chianti, nella tenuta di Torricella (della famiglia di Dante), dove c’è anche Irene.
E non vi racconto altro e vi invito a leggere questo libro. Perché il film che Stefania Auci ha dipinto per i suoi lettori dovete vederlo con i vostri occhi. Perché la scrittura evocativa, ricca e calda della Auci dovete scoprirla anche voi. E anche voi dovete restare invischiati in questa prosa e in questa trama dal finale inatteso.
C
(Florence di Stefania Auci, Baldini e Castoldi, pag.412, euro 18)