Questo post è dedicato al mio amico Edy, su questo blog meglio noto come lo spacciatore di favole e fumetti. E’ dedicato a lui, perché, per tutte le feste mi sono ripromessa di chiamarlo, di fare una videochat con skype… Sperando che si trovasse in Italia per vederci e scambiarci i regali di Natale. Ma poi, il rush delle festività mi ha travolta e fra acquisti, impacchettamenti e malattie varie… E’ passato il Natale e poi anche Capodanno (ma sono proprio pessima) e adesso anche la Befana (sebbene, in questo caso specifico, sarebbe stato più giusto che fosse lui telefonarmi).
Così pensando e ripensando a lui, in questi giorni mi è tornato in mente un bellissimo romanzo che mi ha regalato – ormai diversi anni fa – e proprio a Natale. Il libro si intitola Molto forte, incredibilmente vicino ed è il secondo romanzo di Jonathan Safran Foer. Una lettura che ho iniziato senza conoscere nulla della storia che mi sarei ritrovata sotto gli occhi… Perché – ormai sapete anche questo – una proposta di lettura di Edy è sempre una garanzia. Mai però avrei potuto immaginare che questa lettura si potesse rivelare così sconvolgente. E se credete che aver visto il film (che nel frattempo è uscito al cinema) vi sbagliate di grosso (ma questo è un consiglio che vale praticamente sempre, almeno per noi Matte da Leggere).
Il romanzo racconta parallelamente due storie. La prima è quella di Oskar Schell, un ragazzino di 9 anni che perde il padre Thomas nell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Tutto avviene con un ritmo serrato di messaggi – inviati dal padre al figlio – che mostrano tutto il pathos vissuto da Thomas nel precipitare della situazione e nel comprendere che non ne uscirà vivo.
Oskar vive con la madre Linda e la nonna paterna. Il nonno paterno, Oskar non lo ha mai conosciuto… Ed è qui che si intreccia la seconda storia, quella dei nonni di Thomas.
La nonna di Thomas è emigrata in America poco dopo la fine della II Grande Guerra dalla Germania. Qualche tempo dopo il trasferimento a New York, incontra l’ex fidanzato della sorella Anna – morta a Dresda durante un bombardamento. L’uomo, appresa la notizia della perdita ha smesso di parlare e comunica mostrando i palmi delle mani dove si è fatto tatuare le parole “SI” e “NO”. Dopo lunghe insistenze (di lei) i due si sposano, ma quando la nonna comunica di aspettare un bambino l’uomo fugge per ricomparire alla porta della moglie quando troverà nell’elenco delle vittime delle Due Torri il nome del figlio. La donna lo accoglierà in casa come “l’inquilino”, ma gli farà promettere di non farsi né vedere né riconoscere dal nipote… Cosa che però finirà per accadere, mentre Oskar tenta di risolvere un mistero legato a una chiave, trovata curiosando fra gli oggetti personali del padre scomparso, con sopra scritto “Black”. La caccia di Oskar, alla ricerca di Black, è un modo per ricucire il rapporto con quel che gli resta del padre, ma questo incontro (speciale e muto) farà sì che Oskar si riapra alla vita perché nei gesti di questo “amico della nonna” – così simili ai suoi e a quelli di suo padre – Oskar comincerà a trovare conforto.
La rilettura della Storia fatta dagli occhi di questo bambino (inventato, sì, ma quante sono le singole storie che si nascondono dietro i nomi delle vittime dell’attentato alle Torri Gemelle?) è delicata e intensa. Il suo sguardo ha la capacità di ipnotizzare il lettore e di commuovere come raramente accade. UN libro da leggere e da regalare. Un vero tesoro. E, quindi, ancora una volta grazie a Edy 🙂
C
(Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer, Guanda, euro 18,50, pagg. 385)