Sono assente da queste pagine da diverso tempo… Per essere precisi da quando nella mia vita è arrivato il cucciolo Tito Vincenzo che ha completamente modificato la mia vita e le mie letture. Così mentre io mi dedico a recitare ad alta voce per lui filastrocche e canzoncine, fiabe classiche e storie di più recente invenzione, i libri che ho scelto per me giacciono immobili sul comodino in una pila che diventa sempre più alta. Già, perché io ho sempre letto tanto alla sera quando l’abat-jour concentra la sua luce sulle pagine dove lascio scorrere gli occhi finché non mi addormento… E invece adesso sono talmente stanca che non appena il cucciolo si addormenta, svengo anche io. Quindi ho deciso di tornare con una serie di #nostalgicreader, anche perché nel frattempo la libreria è finalmente arrivata e i ritrovamenti di letture dimenticate sono stati un’infinità di golose riscoperte 🙂
Oggi, quindi cominciamo con “Il professore va al congresso” di David Lodge. Il romanzo mi riporta alla memoria il periodo dell’università, quando insieme alla mia amica Paola acquistammo in società questo romanzo e l’I Ching e (non ricordo più perché) Paola tenne il romanzo e io l’oracolo (salvo il fatto che poi mi sono anche ricomprata il romanzo).
In realtà, “Il professore va al congresso” è il seguito di “Scambi” (che ancora non è saltato fuori dalle scatole e l’antefatto de “Il prof è sordo” (che invece ho già ritrovato e di cui – forse – vi parlerò presto).
Protagonisti del romanzo sono i professori Philip Swallow e Morris Zapp che partecipano a un ciclo di conferenze internazionali di letteratura su cui si innesta la storia di Persse McGarrigle, professore assunto per errore – per un caso di omonimia – che resta folgorato da quella che pensa possa essere la sua donna ideale. Per questa donna il professore improvvisato girerà in lungo e in largo il “piccolo mondo” che compare nel titolo originale (“Small World: an Academic romance“).
C’è la vita accademica, gli ambienti letterari e universitari, ma raccontati con un taglio tutto diverso e dunque inaspettato: quello dei pettegolezzi e delle ipocrisie che generano un vortice impetuoso si coincidenze e misunderstanding. Si parla di grandi autori della letteratura mondiale e delle principali correnti letterarie, ma il tutto con un’ironia che mostra sotto una luce diversa il mondo della cultura. Durante questi congressi che puntellano le vite dei docenti universitari, si verificano avvenimenti paradossali e conversazioni surreali che forse possono essere apprezzate ancora di più da chi ama lo humor britannico ma che comunque mostrano i personaggi in tutta la loro palpabilissima umanità. Il romanzo è ricco di colpi di scena che rendono il ritmo della lettura sempre più incalzante.
Da avere, da regalare e da consigliare. A chiunque.
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