La scorsa settimana è stata una settimana di merda, partiamo da questo presupposto. Cosa fanno le donne quando hanno grilli, non buoni e pacifici, per la testa? Spendono soldi in vestiti o scarpe. Ora, visto che entrare in un negozio di vestiti per me può andare bene per al massimo venti minuti e solo nel caso in cui so già cosa voglio comprare, sarebbe un problema non avere un’alternativa. Io però l’alternativa ce l’ho. Ha sempre a che fare con lo “spendere soldi”, ma io li spendo in libri e per farlo devo entrare come minimo in una libreria. Direi che non mi va poi proprio male. Direi che mi va abbastanza bene.
Il punto è che quando sono in questo stato semicomatoso da “non so bene neanche io quello che voglio”, succede che mi porto a casa cose che non leggerò mai, un po’ come quei vestiti che rimangono appesi nell’armadio con i cartellini, per anni. Stavolta penso proprio di avere esagerato. La sessione di acquisti senza controllo è avvenuta venerdì pomeriggio scorso e io avevo anche in programma di stare a casa chiusa due giorni, tipo Bridget Jones quando dovrebbe finire mangiata dagli alsaziani, solo che io al posto dei cani vedevo un esercito di “mangiacarta”, quegli insemini grigi che qualcuno chiama “pesciolini d’argento”. Però il mio progetto è stato fallimentare, perché appena ho aperto whatsapp sabato mattina sapevo che stare a casa sarebbe stato un errore quando invece i miei amici mi proponevano un milione di cose da fare e comunque io mi sarei anche dovuta nutrire con qualche cibo che non fosse la carta, visto che io non solo un pesciolino d’argento detto anche mangiacarta.
Questo per dirvi che la mia intenzione era di leggere tutti e cinque i libri che avevo comprato, invece tra sabato e domenica, a stento sono riuscita a finirne uno. Questo.
La lettera il primo romanzo di Kathryn Hughes (editrice Nord) racconta la vita di Tina, una giovane donna che vende vestiti usati per beneficienza. Un giorno, nella tasca di una giacca, trova una lettera datata settembre 1939 scritta da Billy per Chrissie. Sono due sconosciuti, un uomo e una donna ai quali è successo qualcosa per la quale l’uomo adesso chiede scusa. Tina decide di ricostruire la storia di questa coppia, o almeno di quella che lei pensa essere una coppia. Questo viaggio le permette di evadere dalla sua quotidianità fatta di routine e di violenze subite dal marito, un alcolizzato che non fa che umiliarla. La lettera è stata scritta durante la Seconda Guerra Mondiale, ai tempi in cui l’Inghilterra decide di entrare in guerra contro la Germania. Billy è evidentemente innamorato e mette il suo amore in quelle parole, non sa però che quanto scritto non verrà letto da nessuno fino al 1973. Tina in quelle parole vede la speranza, legge la dolcezza di quei pensieri.
Quello che mi sono ritrovata in mano è certamente un romanzo d’amore, dove la dolcezza di questo sentimento è mista alla tristezza di una storia che viaggia negli anni. Eppure passato e presente riescono ad intrecciarsi.
Ok, forse non è niente di originale. Libri che partono da lettere ritrovate ne abbiamo letti tutti moltissimi, storie del passato che si intrecciano a quelle più contemporanee anche, però qui si parla anche di violenza sulle donne, e di donne che trovano un qualche modo di reagire ad una vita che sembra dover continuare sempre con le stesse brutture.
(La Lettera/ Kathryn Hughes/ Nord/ pp 330/ € 16,60)
Mari