Una cosa che amo fare, quando sono in libreria o quando giro per siti di vendita online, è cercare il libro perfetto per le persone che amo (in realtà era anche un gioco che amavo fare con i clienti più affezionati di cui conoscevo i gusti talmente bene da poter ordinare alla cieca alcuni libri sapendo che li avrebbero poi comprati). Bene, qualche giorno fa sono incappata in una di queste folgorazioni (sì perché in alcuni casi sono vere e proprie folgorazioni) e la destinataria diretta di questo suggerimento è la mia mamma (che con buone probabilità lo troverebbe perfetto anche per la sua amica Giovanna). Si tratta de La strada bianca (Storia di una passione) di Edmund De Waal.
Ad ispirare l’autore del bestseller Un’eredità di avorio e ambra è una manciata di cocci bianchi raccolti sul monte Kao-Ling. E’ così che comincia un viaggio nella storia della porcellana, sulle tracce dell'”oro bianco“. Un viaggio da Jingdezhen a Venezia, passando per Versailles, Dublino, Dresda, le colline della Cornovaglia i monti Appalachi del South Carolina, in cerca del «bianco perfetto». Una passione, certo, ma anche un’ossessione… Ma lungo la strada di questo viaggio (che percorre il tempo di oltre un millennio per arrivare ai giorni nostri) il racconto prende la voce dei testimoni della creazione della porcellana, eroi o vittime dell’invenzione e della produzione e della porcellana. Ci sono imperatori cinesi, ma anche schiavi, l’alchimista che produsse il materiale «semitraslucido e latteo, come i petali di un narciso», il re di Polonia Augusto II, l’elettore di Sassionia, Lenin…
L’autore è un ceramista di fama mondiale che vuole raccontare la propria passione, ma anche il fascino misterioso della porcellana. Un po’ come era avvenuto nel suo primo bestseller con al centro un’elegante vetrina (di proprietà dell’autore) contenente 264 sculture giapponesi di avorio e legno, non più grandi di una scatola di fiammiferi: i netsuke.
Pagine tutte da scoprire, perfette per mia mamma che fra le sue capacità vanta quella di essere anche una finissima pittrice di porcellane. Io invece, adesso voglio leggere di come i netsuke riuscirono a sfuggire all’attenzione dei razziatori nazisti e su come siano poi finiti nelle mani nel nostro autore che vedendoli per la prima volta in casa di un prozio (che poi glieli lascerà in eredità), affascinato dall’eleganza e dalla precisione di quelle sculture, decise di ricostruirne una storia che ha il sapore di un romanzo sebbene sia storia.
Carla
(La strada bianca di Edmund De Waal, Bollati Boringhieri, pag.413, euro 20)