Il titolo del libro di cui vi racconto oggi è perfetto per la sensazione che sento albergare dentro di me in questo periodo, ma non è per questo che ho deciso di raccontarvi La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk. Annoverato tra i libri più belli del 2015, il romanzo racconta la storia di Melvut Karataş, venditore di boza (una bevanda leggermente alcolica, tipica della Turchia), lavoratore indefesso, sognatore, dotato di un inscalfibile ottimismo (al punto da poter essere considerato quasi ingenuo) e soprattutto profondo conoscitore delle strade e dei vicoli di Istanbul nel pieno del boom economico degli anni Ottanta. Lui è innamorato di Rayiha, una ragazza che ha visto una volta sola alla festa di matrimonio del cugino Korkut (lei era una delle due sorelle della sposa)… Eppure ogni giorno in cui lui non le scriva una lettera d’amore che l’amico e cugino Süleyman le consegna.
Questa storia d’amore epistolare (anche se Mevlut non riceve mai nessuna missiva in risposta alle sue) va avanti per oltre tre anni, finché un giorno Süleyman gli comunica che la ragazza vuole scappare con lui e sposarlo. Così la “rapisce” dalla casa del padre e solo una volta a bordo del treno per Istanbul si rende conto che la sua futura moglie è la donna sbagliata: non c’è Rayiha accanto a lui, o meglio, Rayiha è la sorella più grande e brutta di colei che gli aveva ispirato le lettere e in tutti quegli anni ha ricevuto le missive, certa che fossero destinate a lei. Mevlut non se la sente di abbandonarla e la sposa comunque, sebbene nel cuore si senta morire. Ma si è trattato di un fraintendimento, di un errore o c’è un inganno sotto?
La storia di un piccolo uomo, come ci avverte anche il sottotitolo La vita, le avventure i sogni, gli amici e i nemici di Mevlut Karataş. Una storia lunga circa 50 anni (tra il 1969 e il 2012) durante la quale anche Istanbul e i suoi cambiamenti vengono dipinti attraverso gli occhi dei personaggi di Pamuk. Soprattutto attraverso gli occhi ingenui del protagonista che osservando la città ce ne racconta la storia, le tradizioni, i cambiamenti, i dogmi religiosi, le questioni etniche… riflettendo sulla modernità della città che si costruisce nelle conversazioni occasionali che Melvut – con la stranezza che ha in testa – intesse con i suoi clienti: chiacchiere che sollevano domande e spingono a cercare nuove risposte fra le strade e i vicoli di Istanbul.
Carla
(La stranezza che ho in testa di Orhan Pamuk, Einaudi, pag. 574, euro 22)