Nel martedì dei Matti per le Matte ancora Jessica Emanuele che ci racconta quello che è secondo lei uno dei più bei romanzi nella storia della letteratura. Bentornata.
Tantissime volte da ragazzina mi sono ritrovata a domandarmi quale sarebbe stato il grande amore della mia vita, che volto avrebbe avuto se mai l’avessi trovato. Tantissime domande che affollano la testa di altrettanti adolescenti, ma accompagnate da una certezza propria dell’età: durerà per sempre.
Lo stesso pensarono i giovanissimi Fermina Daza e Florentino Ariza quando si conobbero e innamorarono a prima vista, dando vita alla storia narrata in uno dei più bei romanzi mai scritti nella storia della letteratura: L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez.
Ci troviamo sul finire dell’800, e i due ragazzi non hanno altro modo di parlarsi che inviarsi lettere d’amore, un gesto senza tempo che oggi appartiene a pochi eletti.
Il tutto avviene di nascosto dal padre di Fermina, fortemente contrario alla possibilità che la figlia possa legarsi ad un telegrafista poco abbiente e conosciuto. Con gesti non proprio nobili riuscirà ad allontanare i giovani e a far sposare la figlia con uno scapolo d’oro molto attraente, il dottore Juvenal Urbino.
Passano gli anni e nessuno dei due è soddisfatto della propria vita, Florentino è determinato nel fare carriera per avvicinarsi al mondo altolocato della sua amata di giorno, ma lo è altrettanto nel farsi consolare da decine di donne diverse la sera. La ormai signora Urbino dimentica in fretta il ragazzo per cui aveva perso la testa, ma si ritrova intrappolata in un matrimonio senza amore in cui deve imparare ancora a conoscere l’uomo che ha accanto e a trovare in lui quel tanto di buono che basta per poterlo amare e sopportare ogni giorno.
L’unico punto fermo che fa da cornice a tutta la storia è l’amore incrollabile, fedele, fiducioso, paziente, malinconico, doloroso e pieno di speranza che Florentino Ariza proverà ogni singolo giorno della sua vita per Fermina Daza.
La perseveranza dell’uomo non arriva mai al limite, e dopo aver trascorso innumerevoli stagioni di amore non corrisposto, in cui sfrutta le sue doti da scrittore di poesie d’amore per aiutare le coppie in difficoltà e gli uomini poco dediti all’arte delle parole, troverà un’occasione poco piacevole per ricordare alla sua agognata Fermina la devozione dei suoi Sentimenti.
Il finale è tutto da scoprire, nel frattempo in questi anni io ho imparato che il per sempre è solo un sogno da bambini, se vogliamo che una relazione non finisca mai dobbiamo essere noi stessi a prendercene cura ogni giorno, a farla crescere e diventare stabile esercitando la pazienza, la rinuncia, la sopportazione, la tolleranza. Questo difficile esercizio sarà costante e necessario, ma il risultato potrebbe essere splendidamente duraturo.
L’amore ripaga sempre, riempie la vita e porta quella serenità che una volta trovata sarà difficile da lasciare andare via, anche se dovessimo trovarlo dopo cinquantatre anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese.
(L’amore ai tempi del colera/Gabriel García Márquez/Mondadori, pp 392/€ 11)
Jessica Emanuele