Non è una minaccia, ma il titolo di uno dei “libri al quadrato” che mi sono concessa quest’estate. L’ultimo libro di Zoran Živković mi aveva attirato per il tema che – ormai – sapete a me caro, che si mescola con un genere a me altrettanto caro: quello dell’indagine poliziesca, ma anche surreale e immaginifica, fantascientifica. Non a caso il romanzo ha vinto il premio World Fantasy Award assegnato a Washington, nella categoria romanzo breve. Non a caso Zoran Živković è un appassionato lettore e studioso di letteratura fantascientifica, nonché un affermato autore di serie televisive di fantascienza e di una Enciclopedia della Fantascienza.
Il romanzo inizia all’interno della libreria”Il Papiro“, un luogo magico dove i clienti amano soffermarsi a leggere a leggere o a chiacchierare con le appassionate libraie Olga e Vera. Una sera, alla chiusura, un affezionato cliente, il signor Todorović, viene trovato morto comodamente seduto su una delle poltrone del negozio. La morte è stata improvvisa, la causa sconosciuta, l’unica cosa certa è che il signor Todorović è morto mentre era immerso nella lettura di un libro. Il fatto lascia le libraie Vera Gavrilović e Olga Bogdanovic sconcertate, costernate… Alla morte di Todorović, seguirà un decesso e poi un altro ancora: 4 in totale (tre in libreria e un’altra habitué in casa propria, davanti alla propria libreria). Tutte morti inspiegabili con un inquietante tratto comune: le vittime stavano tutte leggendo un libro, lo stesso libro, quel libro.
Per l’ispettore Dejan Lukić (che è anche un appassionato lettore) e la libraia Vera Gavrilović comincia una serratissima indagine (anche letteraria, visto che i due mentre sorseggiano raffinate e rare miscele di the cercano di scoprire se le inspiegabili morti possano essere causate dalle pagine avvelenate di un libro, come ne Il nome della rosa di Umberto Eco) che si apre a scenari sempre più complicati, fino a coinvolgere persino la polizia segreta. E mentre l’indagine avanza, ciò che accade spinge il lettore a riflettere su questioni metaletterarie: qual è il rapporto tra un autore e i suoi personaggi? Qual è la relazione tra sogno e letteratura? Cosa succede quando si apre un libro? Dov’è il confine tra immaginazione e realtà?
All’inizio, non posso negare di avere avuto qualche difficoltà a entrare nel libro: il gioco di cornici oniriche fra lettore, autore e personaggi della storia attraverso le quali si entra sempre di più nel romanzo, ma quasi non si capisce più se siamo noi a leggere il romanzo, mentre il protagonista lo legge a sua volta, o se il protagonista legge di noi che leggiamo il libro (un gioco a me caro, a partire dalla Storia Infinita di Michael Ende)… I continui deja vu di Lukic come se il presente fosse in qualche modo a lui già noto… Tutto questo mi aveva un po’ confusa e qualche volta ho avuto bisogno di tornare indietro di qualche pagina per raccapezzarmi… Ma l’idea del romanzo è vincente.
C
(L’ultimo libro di Zoran Zivkovic, TEA, pagg. 233, euro 10,00)