In realtà, quando ho trovato questo libro, che hanno regalato a Marzio molto tempo fa (non ricordo chi sia l’autore della scelta) non avevo voglia di leggerlo. Solo che non avevo avuto il tempo di andare in libreria a comprare qualcosa di nuovo e le letture che giacciono sul mio comodino sono per ora “sospese” (nessuna va bene, ciascuna per un diverso motivo e quindi ho appeso il giudizio e rimandato la mia voglia di completarli)… E così, mentre aspetto anche un pacco di grandi affari fatti su internet… Ho preso il libro e ho cominciato “Mai avuto una famiglia” di Bill Clegg.
Certo, a incuriosirmi c’era la struttura: questa storia costruita a ritroso, di cui sin dall’inizio il lettore conosce il tragico epilogo… Perché tanto mi ha affascinata in due romanzi che ho amato profondamente: “Anime alla deriva” e “Semina il vento“.
Il tragico epilogo è un incidente che strappa alla protagonista June Reid tutto: la famiglia, la casa, i sogni, le speranze. Un terribile rogo dovuto a una fuga di gas devasta una deliziosa casa di campagna e miete quattro vittime: la figlia, il futuro genero, l’ex marito e il giovane compagno della donna. Solo June sopravvive alla tragedia e raccoglie i cocci di quello che sarebbe potuto essere il futuro: i fiori per la festa di nozze della figlia diventano corone mortuarie, la felicità per ciò che avrebbe segnato un nuovo inizio si trasforma in lutto; ciò che era sogno, aspettativa o desiderio, tristemente diventa ricordo di un passato ormai solo doloroso, perché il futuro semplicemente non c’è più.
Davanti a tutto questo June non regge e fugge. Non ha bagagli, ma nel cuore porta pesi pesantissimi. Si rifugia in un piccolo alberghetto sulla riva dell’oceano e lì – passo dopo passo, ma a ritroso – conosciamo la sua storia: dalle nozze al divorzio, la ribellione della figlia al suo nuovo amore… E da altre voci ascoltiamo anche altre storie che inaspettatamente si intrecciano alla sua… Che in qualche modo sono la sua storia. Di quel luogo, ogni angolo le ricorda la sua perdita, ma è grazie al ricordo che si sopravvive anche se a volte sembra poterti uccidere.
La bella cinquantenne June è convinta che la sua vita sia finita… Solo che dietro ogni fine si nasconde sempre, inevitabilmente, un nuovo inizio. Seguire i fili dei racconti conduce il lettore a scoprire legami e intrecci inattesi… che spingono il lettore a comprendere l’importanza del perdono e dell’essere perdonati.
Non volevo leggere questo libro perché non avevo voglia di provare dolore. Di leggere dolore. Ed è ovvio che in un romanzo dove si parla di perdita, di morte, di solitudine di dolore e sofferenza ce ne sia tanto. Ma in questo libro c’è anche tanta speranza e un pizzico di ottimismo, che riesce a farsi spazio anche in mezzo a una tragedia totalmente inaspettata. Anche in mezzo a un’implacabile devastazione, ai rimorsi e ai rimpianti.
“Mai avuto una famiglia” è lo straordinario romanzo d’esordio di Bill Clegg, agente letterario americano (conteso da ben quattro editori) che con questo libro è stato selezionato per il National Book Award, il Man Booker Prize e la Andrew Carnegie Medal; un’opera definita “magistrale” anche dal The New York Times Book Review. E in effetti non si potrebbe dire altrimenti:”Mai avuto una famiglia” è un romanzo corale, dove ciascuna voce racconta un po’ di verità. Una lettura lirica e intensissima che tiene incollati alle pagine. Meraviglioso.
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(Mai avuto una famiglia di Bill Clegg, Bompiani, pag. 242, euro 18)