No, non sono pazza. Non del tutto almeno. Io con la matematica mi diverto. E non sto scherzando. Tutto è cominciato quando mio fratello era al liceo e io alle scuole medie. Il nostro amico Nino, insegnante di matematica, gli regalò un libro il cui titolo mi incuriosì moltissimo: “Matematica dilettevole e curiosa” (Italo Ghersi, Hoepli, euro 22,90) un manuale (edito nel 1913) dove l’algebra, la geometria, la fisica, l’artimetica, la logica e l’analisi sono uno spunto di divertimento. Il sottotitolo del libro è lunghissimo ma illustra tutto il contenuto del volume “Problemi bizzarri – Paradossi algebrici e meccanici – Moto perpetuo – Grandi numeri – Curve e loro tracciamento meccanico – Sistemi articolati – Quadratura del circolo – Trisezione dell’angolo – Duplicazione del cubo – Geometria della riga e del compasso – Rompicapo geometrici – Iperspazio – Probabilità – Giochi – Quadrati – Poligoni e poliedri magici“. E infatti il libro contiene paradossi logici e algebrici, percorsi minimi, poliedri magici, rompicapo di vario tipo (per ciascuno dei quali è data anche la soluzione e la dimostrazione della stessa). Nelle edizioni più recenti sono stati aggiunti quesiti anche sui criteri di divisibilità, sui quadrati magici, bimagici e trimagici, sulla criptaritmetica e su vari tipi di curiosità matematiche.
Qualche giorno fa, per ragioni indipendenti dalla mia volontà, mi sono ritrovata fra le mani due libri simili per il concetto sotteso alla pubblicazione degli stessi. E non posso negare di essermi divertita almeno tanto quanto mi era capitato quando avevo risolto il primo dei problemi posti in “Matematica dilettevole e curiosa” (se un gatto e mezzo mangia un topo e mezzo in un minuto e mezzo… quanti topi mangiano tre gatti in tre minuti?).
Il primo di questi due titoli è a firma di David Acheson: “1089 e altri numeri magici. Un sorprendente viaggio nella matematica” (Zanichelli, pag. 170, euro 10,20)… il tutto attraverso meravigliosi teoremi, eleganti dimostrazioni e formidabili applicazioni, nonché qualche trucchetto da mago e tutte quelle stranezze che fanno pensare che la matematica abbia al suo interno un codice – ancora da decifrare – che nasconde ancora un mistero. Il primo capitolo è dedicato al numero magico 1089, ma lo spazio in cui si muove l’agile volumetto di Acheson è ampio e si passa con rapidità alla dimostrazione geometrica del teorema di Pitagora, al legame tra il π e i numeri dispari, la topologia, il concetto stesso di dimostrazione e la dimostrazione per assurdo (reductio ad absurdum), le connessioni fra Sherlock Holmes e il metodo deduttivo (“E’ una mia massima che quando si è escluso l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere necessariamente la verità”): tutte questioni che mandano in vero visibilio gli studiosi della materia. E poi ancora i temi dell’infinità dei numeri primi, lo scherzo di Fermat, la dimostrazione geometrica del binomio quadrato perfetto, la cometa di Halley per spiegare i moti ellittici, le proprietà delle ellissi, le leggi di Keplero e l’intuizione di Newton. Perché studiare matematica significa anche conoscere la storia, i grandi uomini e in alcuni casi anche connessioni col mondo dei libri. Stendhal, per esempio, era convinto che “l’ipocrisia fosse impossibile nella matematica. Rimasi ben male quando mi accorsi che nessuno sapeva spiegarmi perché e meno per meno è uguale a più”. E dall’incontro fra Newton e Keplero nacque il libro “Principi matematici della filosofia naturale” uno fra i testi più gravidi di conseguenze sulla storia del pensiero scientifico.
Il secondo titolo che voglio proporvi è più pratico e meno teorico del primo, ma non per questo meno interessante o divertente. Si tratta di “Matematica per gioco. Oltre 200 giochi e rompicapo per scoprire la magia dei numeri” di Federico Peiretti (Longanesi, pag. 220, euro 14,90; Tea, pag. 219, euro 7,50) che dopo il suo “Il Matematico si diverte” (Longanesi, pag. 238, euro 18; Tea, pag. 328, euro 10,50) torna in libreria con un nuovo titolo utilissimo per migliorare la propria rapidità di ragionamento e intuizione, e comprendere così meglio il mondo in cui viviamo.
Giochi con dadi, fiammiferi (per cui sento l’esigenza di segnalarvi il neologismo inglese che indica questa sezione: matchmathics), scacchiere, logica e riflessione.
Perché la matematica è (anche) un gioco… E proprio dal gioco sono nati – per esempio – i fondamenti del calcolo delle probabilità. Una sfida per stimolare la propria intelligenza, affinare le proprie capacità logiche e l’arte del pensare e del ragionare, e per poterlo fare servono anche intuizione e creatività. Inoltre, il gioco è la via più semplice per superare blocchi e timori legati alla scienza dei numeri.
Infine, a me d’estate piace molto anche fare enigmistica e sudoku… E questi libri possono essere dei validissimi complementi per aguzzare l’ingegno e metterci a (dura) prova.
Infine non dimentichiamoci che anche nel mondo della letteratura si incontrano “giocolieri” di grande talento come Lewis Carroll che “dietro le quinte” dei loro racconti hanno celato molti enigmi matematici e questioni di numerologia e cabala…
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