Questa cosa della lista dei cinquanta libri da finire entro la fine dell’anno è una cosa seria. Tra l’altro, visto che devo trovare altri 47 libri (quello di oggi è il terzo che ho spuntato) è davvero un bel da fare, ma ha i suoi vantaggi.
Sapere di avere tutti questi libri da leggere, ma allo stesso tempo sapere di avere pochissimi soldi da investire in questo settore, almeno per il momento, fa si che io tiri fuori quello che da queste parti è definito “l’olio del macco”. Quindi, l’altra sera sono andata a spulciare tra tutti i libri dimenticati, ma che ho comprato qualche tempo fa e ho trovato quello perfetto per spuntare: “il libro che possedevi ma che non hai mai letto”.
La separazione del maschio di Francesco Piccolo (Einaudi Editore), non lo possiedo certo da due secoli, tra l’altro è uscito nel 2008, quindi non è uno di quelli che a casa mia ha fatto le radici. Sicuramente però è uno di quelli che avevo completamente dimenticato di avere, quindi può valere quella spunta sicuramente.
Ora, perché compro i libri e mi dimentico di averli comprati? Neanche fossero vestiti. Soprattutto, quando ho finito di leggere questo, mi sono detta: “Ma io due libri buoni ogni tanto li compro”. Devo ammetterlo, mi è piaciuto davvero molto.
Il maschio della separazione è un maschio che, lette le prime pagine, dopo averti fatto sorridere a mezza bocca ti fa dire, senza problemi: “ma che gran pezzo di m…”. Però poi devo dirvi che, mano a mano che sono andata avanti con le pagine, ho cominciato a prenderci gusto e il questo personaggio che mi sembrava scontato e del quale credo anche di conoscere la personificazione, ha cominciato a conquistarsi tutta la mia simpatia. Sarà perché il paraculismo vive dal lato azzurro del cielo? Non c’è niente da fare.
Lui è un uomo sulla quarantina, un padre meraviglioso, un professionista del montaggio video, un uomo felice che vive una vita altrettanto felice con una moglie ….che ama. In realtà grattando lo strato superficiale di questa fotografia perfetta si scopre che quest’uomo non sa cosa sia la fedeltà, o meglio ha un concetto tutto suo di fedeltà, non ha un’amante, ne ha tutta una serie. Storie che hanno una loro dignità e che durano da anni e ormai fanno parte della sua stessa esistenza. Ognuna di queste storie ha un significato particolare, ognuna sembra essere necessaria a quell’equilibrio che fa sentire sicuro il protagonista.
Così a parte Teresa, la moglie, ha relazioni con Valeria, amica di Teresa, Francesca, una donna che collabora con lui, Silvia, una manager molto esigente, Monica, una giovane donna e tutta una serie di altre donne.
Il libro comincia proprio da quello che sembra essere il momento più basso di questa esistenza movimentata. Tornato a casa si accorge che il suo incubo più ricorrente si è realizzato: la moglie lo ha scoperto e per questo ha deciso di abbandonare lui e la figlia. In realtà la donna non è andata via per il motivo che crede lui, ma la coppia è sicuramente in crisi.
La parabola è discendente, ma quest’uomo saprebbe venderti qualunque cosa senza svelare mai il suo segreto. E’ un padre affettuosissimo con la sua Beatrice, un padre che è pronto a tutto pur di fare crescere il suo cucciolo nel migliore dei modi. Vi giuro che mi ha intenerito un sacco da questo punto di vista.
La separazione è viscerale, ma fa parte dell’essenza di quest’uomo. Ognuno dei suoi io comunica con gli altri, tutto li separa eppure li unisce.
La scrittura è accattivante. All’inizio, per il fatto che si parlasse di sesso in ogni pagina pensavo che avrei letto di volgarità e invece no.
(La separazione del maschio/ Francesco Piccolo/ Einaudi Editore/ € 11,00/ pp 222)
Mari
Nb: è il libro che possedevo e che non avevo mai letto