Questo post lo avevo promesso tanto tempo fa, quando vi avevo parlato di un autore che amo tanto e del quale per un bel po’ di tempo non ho perso neanche un romanzo (ora devo ammettere che sono un po’ indietro, invece) solo che poi sono stata presa da altre cose e mi sono dimenticata di scriverlo. In realtà, questo deve essere dovuto al fatto che gli aneddoti personali su chi mi ha regalato questo libro e perché sono contenuti proprio in quel post e, quindi, sulla mia amica Sandrocchia e per le questioni di Paleontologia vi rimando a quelle pagine… Ma per quanto riguarda il libro Tutti giù per terra di Giuseppe Culicchia siete nel posto giusto (non preoccupatevi perché qualche altro aneddoto non ve lo toglie nessuno :-p ).
Cominciamo dalla trama. Il protagonista della storia è Walter, un giovane ragazzo torinese che mentre svolge il servizio civile in una casa dell’integrazione per i nomadi, si iscrive alla facoltà di Filosofia… Ma è un vero disastro perché non riesce a sostenere anche un esame. La realtà che lo circonda è complessa, non ha molti amici, ha difficoltà nei rapporti con le ragazze, non si identifica con i moti giovanili di protesta (che hanno percorso il decennio in cui è stato scritto il libro), litiga costantemente con il padre che tenta di spronarlo a fare carriera, ma senza successo. Il suo unico punto di riferimento è la zia Carlotta che, però, muore improvvisamente lasciando un vuoto incolmabile nella vita di Walter. La sua vita è sempre appesa a qualcosa che non si realizza, e quando anche il servizio civile termina, Walter tenta vari lavori (tutti sottopagati o in nero) per poi finire a fare il commesso in una libreria. Dal libro è stato tratto anche un film (che ho visto sempre con Sandrocchia), che se non ricordo male è il film d’esordio di Valerio Mastandrea.
E io mi sono identificata talmente tanto in questo studente di filosofia… In realtà moltissimi fra coloro che avevano ventenni sul finire degli anni Novanta si identificarono con Walter e il film contribuì non poco in questo processo. Chi era all’università in quegli anni già avvertiva quello che sarebbe stato il loro futuro: un lungo e sofferto precariato. E Walter è il primo precario di cui si è raccontato in un libro e in un film… Certo, però, non avrei mai pensato che questa storia sarebbe diventata una triste consuetudine cui ormai tutti si sono abituati, insomma che sarebbe diventata una storia senza tempo, senza età. Perché sappiamo tutti benissimo quant’è complicato oggi entrare davvero a far parte del mondo del lavoro.
Il tutto raccontato con una scrittura scorrevole e divertente, capace di rendere leggera una materia tragica. E infatti, quello che resta una volta terminata la lettura non è affatto il senso di sconforto e avvilimento, anzi. Walter non rinuncerà mai a commuoversi, a indignarsi, a scandalizzarsi. Non perderà mai le speranze, nonostante i tanti dubbi che gli impediscono di progettare per bene il proprio futuro. Insomma, Walter non smetterà di essere un eroe, di sognare un mondo, una realtà, migliore di quella in cui vive… e magari, chissà.
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(Tutti giù per terra di Giuseppe Culicchia, Garzanti, pag. 133, euro 8,90)