Dalla pubblicazione di “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda sono passati oltre 15 anni. Generazioni di bambini e ragazzi sono cresciute accompagnate da una grande storia di amicizia al cui fianco adesso arriva l’ideale compagno: “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico“. Una nuova storia di amicizia nella differenza, che ci insegna il rispetto per l’altro e il valore della solidarietà.
I personaggi sono tre: il giovane Max, il suo gatto Mix e un piccolo topo. Fra Max e Mix c’è un legame profondo, quasi simbiotico. Quando Max va a vivere da solo, mix lo segue a ruota. Purtroppo il lavoro tiene spesso Max lontano da casa e Mix, che sta invecchiando e perdendo la vista, almeno altrettanto spesso si sente solo… Finché un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa.
L’ho appreso il 22 maggio 2013 e sono rimasta annichilita, anche perché lo avevo da poco visto nelle riprese di una conferenza che aveva tenuto a metà marzo scorso durante la Fiera del libro per ragazzi di Bologna.
Si è spento Roberto Denti, il maestro dell’editoria per ragazzi in tutti i sensi. Autore prolifico e amatissimo e primo libraio d’Italia specializzato in questo segmento editoriale, un modello da seguire per tutti coloro i quali – negli anni – hanno deciso di intraprendere questo lavoro e di dedicarsi anima e corpo alla promozione del piacere della lettura soprattutto fra i giovanissimi; un impegno che Roberto Denti ha portato avanti fino all’ultimo insieme alla fedele compagna di una vita: Gianna Vitali.
Le Matte hanno deciso di prendersi un paio di giorni di pausa dalla rete. Proprio un paio di giorni, non di più. Il fatto è che stiamo per realizzare il primo incontro, la prima presentazione curata da noi, proprio nei panni di Matte, grazie alla collaborazione con Officine Culturali del Monastero dei Benedettini. E la cosa ci aggrada assai, ma ci mette anche un po’ di agitazione.
Quello che vi suggeriamo di scoprire questo mese è un libro tutto siciliano e molto particolare. Ed io in particolare mi sono divertita proprio tanto a leggerlo, un po’ perché è stata davvero la mia (prima?) avventura subacquea, un po’ perché è stato come fare un tuffo nel passato, un po’ perché ho rivisto una situazione di vita vissuta da un’angolazione diversa. In questo libro, infatti, ci sono anch’io!
Non sono un subacqueo e neanche un palombaro, ma in quel periodo ho meditato di diventarlo. Vi dico solo che per il team che incontrerete leggendo questo libro io sono “il jolly”. E se lo leggerete capirete il perché. Ma veniamo al libro.
Non è un romanzo, ma ne ha il sapore. Non è (propriamente) un diario, ma ne ha il ritmo e lo spirito. E questo, nonostante si tratti di un racconto collettivo, a più voci. Non solo quelle degli autori i cui nomi campeggiano in copertina, ma anche di tutti gli uomini e le donne che li hanno affiancati in questa avventura, iniziata nel 2005 sotto il livello del mare, proseguita nel tempo anche attraverso la realizzazione di articoli e documentari che oggi costituiscono la cronaca di quanto accaduto e che a fine 2012 è diventato un libro.
E’ il libro femminile più venduto del 2012. Le maggiori testate italiane lo suggeriscono come libro da regalare, regalarsi e divorare e lo consigliano soprattutto alle appassionate di romanzi come “Il diavolo veste Prada”.
Cassie, la protagonista del libro, ha trascorso un anno a ricostruire l’equilibrio della propria vita (ma anche a rifarsi il look) fra New York, Parigi e Londra. Di ogni città ha imparato i modi e le mode (in appendice c’è anche un divertente manuale ad uso e consumo del lettore) e adesso deve decidere in quale desidera vivere e soprattutto con chi.
Vi hanno mai fatto la domanda “se dovessi naufragare su un’isola deserta, quale libro porteresti con te?”
Mi hanno posto il quesito migliaia di volte. E altrettante volte ho cambiato idea su cosa avrei salvato. Ma non sapevo che qualcuno ha fatto di questa domanda l’oggetto di un sondaggio i cui risultati in qualche modo si accavallano anche con la classifica dei libri più venduti di sempre. Così ho deciso di approfondire la questione per scoprire i gusti letterari della gente, praticamente dall’invenzione della scrittura in poi.
Noi matte ce la siamo presa un po’ comoda durante queste vacanze. Ma la verità è che abbiamo cominciato a passare in rassegna le pile di libri sul comodino in attesa di essere letti.
E io comincio con “La Grammatica ti salverà la vita” di Massimo Birattari, un romanzo per ragazzi che la mia amica Anna mi ha regalato alla luce del mio recente successo all’Università di Catania dove ho appena vinto un dottorato di ricerca in Filologia moderna. Anna sa quanto per me sia penoso, da lettrice e da insegnante, assistere al trattamento che riserviamo alla grammatica italiana: una tensione inquietante verso la semplificazione. Solo che, a dispetto di ogni aspettativa, il libro in questione, non è una grammatica di consultazione, ma uno spassosissimo romanzo che mira a fugare i dubbi grammaticali più atroci che possiate immaginare.
Ok, potrebbe sembrare poco fantasioso. Ok, probabilmente lo avete letto tutti. Ma perché andare in cerca di qualcosa di nuovo, quando esiste un libro perfetto da pescare sugli scaffali della nostra biblioteca personale per (ri)leggerlo? Perfetto non soltanto perché è bellissimo, ma anche perché è assolutamente in tema col periodo natalizio. Oggi parliamo di “Canto di Natale” di Charles Dickens, uno fra i racconti sul Natale più commoventi e famose (tanto da essere stato riletto anche in diverse versioni cinematografiche da “La vita è meravigliosa” di Frank Capra al più recente “Canto di Natale” in 3D con Jim Carrey, passando per “Canto di Natale per Topolino” di Disney, dove ovviamente Scrooge è “interpretato” da Paperon de’ Paperoni).
Mariangela lo ha evocato alla fine del suo ultimo post. Io dopo un’influenza di quelle brutte e cattive, perché di quelle che ti impediscono anche di posare gli occhi su un libro, ho deciso di scrivere proprio de “Il libro delle anime” di Glenn Cooper. Un po’ perché da diverse settimane mi frullava in testa il desiderio di scrivere qualcosa su questa saga, un po’ storica, un po’ thriller, un po’ noir, un po’ gialla… Un po’ perché se non mi affretto Mariangela mi ruba anche questo romanzo. E, invece, zac! Questo me lo pappo io! Anche se mi sento un po’ in difficoltà, perché fra il dire e il non dire di questa recensione rischio di farmi sfuggire qualcosa che giustamente Mariangela ha lasciato in sospeso nel raccontarvi il precedente episodio… E non vorrei rovinarvi qualche sorpresa.