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Le solite sospette

Le Solite Sospette

Ci sono autori che solo a sentirli nominare ti viene da sorridere. E’ così per John Niven che, lo scorso anno, è tornato in libreria con il suo ultimo libro Le Solite Sospette. L’ho letto insieme alle lettrici del gruppo di lettura che teniamo una volta al mese al CUB – Castello Ursino Bookshop. E Continua

Seta

Ho sempre letto molto, da piccola passavo le mie estati a divorare libri e non avrei potuto desiderare altro che un mondo parallelo in cui immergermi, un mondo fatto di vite spesso semplici, spesso felici. Crescendo è cambiato il genere letterario, ma non l’amore per la lettura. Dal Battello a Vapore sono passata a case Continua

L’INCREDIBILE VIAGGIO DEL FACHIRO CHE RESTO’ CHIUSO IN UN ARMADIO IKEA

Ve lo avevo detto che ultimamente ho avuto qualche problema a trovare un libro che mi entusiasmasse.

Finalmente abbiamo spezzato la catena, perché negli ultimi week end di mare, i miei vicini di asciugamano, in spiaggia, devono avere pensato di me cose se non belle, almeno strane. Del resto: ridevo da sola, con un libro in mano; dondolavo sorridendo, con un libro in mano; morivo di caldo senza muovermi dal solleone, sfogliando le pagine del libro che tenevo in mano…avete capito il concetto.

Il libro l’ho finito in un giorno speciale: l’ultima domenica d’estate.

Ed è stato il giorno giusto per finirlo, visto che “L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea” di Romain Puértolas, Einaudi Editore, era uno di quei libri che avevo comprato per la mia scorta estiva, scorta che ho ufficialmente esaurito. (Questo vuol dire che sono quasi pronta per consegnare la mia lista alla prossima libreria vera, e stavolta si tratta del Monastore di Officine Culturali – DONNA AVVISATA….). Continua

Il diario proibito di Maria Antonietta

Vi piace la storia? Ma soprattutto, vi piace leggere libri che parlano di storia? A me si, di tanto in tanto, dunque messa da parte la mia attuale vena “giovine” mi sono buttata su qualcosa che ha a che fare proprio con la storia.

Diciamo che è stato quasi d’obbligo. Archiviato Il figlio del Cimitero infatti mi sono ritrovata senza libri da leggere (urge dunque un passaggio in libreria, e so già che cosa comprerò) così, come presa da una qualunque crisi d’astinenza, sono andata a cercare in ognuna delle borse nelle quali avrei potuto dimenticare un libro: mare, palestra, borse da viaggio e cose così.

La mia ricerca ha avuto buon fine, perché di libri ne ho trovati tre e uno di questi era proprio quello di cui vi parlo oggi Il diario proibito di Maria Antonietta (titolo originale Becoming Marie Antoinette), di Juliet Grey, Newton Compton. Devo averlo comprato in qualche aeroporto, presa dalla disperazione di non avere niente da leggere, ma non mi ricordo proprio da dove venga. Lo avevo anche iniziato perché dentro ci ho trovato un fogliettino che mi raccontava di essere arrivata a pagina 34, ma poi devo averlo preso e dimenticato nella stessa borsa con la quale avevo viaggiato. Sono simpatica a volte. Continua

L’amore dura tre anni

L’amore dura tre anni, di Frederic Beigbeder (Feltrinelli), potrei averlo comprato anche tre anni fa. Non ricordo. So di averlo scelto perché il titolo mi era sembrato abbastanza verosimile, anche se io, senza neanche averlo aperto, un libro del genere ( o almeno del genere che pensavo) all’epoca lo avrei titolato L’amore dura quattro anni. Punti di vista, evidentemente.

E’ stato uno di quei libri comprati, iniziati, riposti, riaperti, ricominciati, posati ancora una volta, dimenticati, sentiti nominare (perché nel frattempo ho anche evitato di vedere il film), ritrovati e ri-ricominciati. C’è un po’ di Francia ultimamente nell’aria (vedi Pennac, tra le altre cose) e allora visto che questo era un libro francese ho deciso che dovevo arrivare fino in fondo. Ed è stata la volta buona. Continua

Storia di un corpo

Il periodo Pennac per me è ufficialmente sospeso. Dopo avere rispolverato la saga di Malousséne  sono passata infatti ad un libro che avevo comprato un bel po’ di mesi fa e che, non ho ancora capito per quale motivo, non ho iniziato subito a leggere.

Una cosa è certa:  Storia di un corpo di Daniel Pennac (Feltrinelli) è il mio primo libro del 2014.

Partiamo dalla prima considerazione: non c’è mai stato titolo più azzeccato (nella sua versione francese è Journal d’un Corps). Storia di un corpo è esattamente quello che dice di essere, ovvero il racconto giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, della vita di un uomo che considera il suo corpo come protagonista assoluto della storia che decide di raccontare alla figlia Lison. Un diario che ripercorre una vita intera, iniziato all’età di 12 anni e con un’ultima annotazione a 87 anni, poco prima di morire.

Tutto il racconto ruota dunque attorno al corpo con la descrizione precisa delle emozioni che si provano.  L’amore, la nascita di un figlio, un lutto, la guerra, la salute naturalmente, il rapporto con le altre persone, il lavoro, la modernità. Tutto quello che non ha a che fare con il corpo non viene citato se non marginalmente, ma del resto non è il nostro corpo che ci permette di vivere le emozioni che ogni giorno viviamo e di fare quelle esperienze che da bambini e fino all’età adulta forgiano il nostro carattere? Continua