Ho ricominciato a dare una sistemata a quella che all’atto si è trasformata in una “stanza degli orrori“. Non avendo ancora acquistato le scaffalature necessarie a trasformare questo spazio, nella mia personalissima biblioteca, infatti, questa stanza si è riempita di scatoloni, di buste, di aggeggi elettronici vari montati in catafalchi precari (opera di mio marito Marzio)… Insomma, la biblioteca allo stato attuale degli atti, è diventata il luogo dove nascondiamo tutto il nostro disordine. Così, se Marzio o io rientriamo a casa con oggetti da sistemare, non sapendo – in realtà – dove metterli, li “appoggiamo temporaneamente” nella stanzetta, dove ora si riesce a entrare a fatica. Gli ultimi ingressi, sabato mattina, quando Marzio è rientrato dalla nostra vecchia casa di Pozzillo con tutta una serie di armamenti che ci sarebbero serviti la sera, per il nostro concerto. Già, perché voi non lo sapete, ma io canto insieme a Marzio (che suona la batteria) in una band goliardico-demenziale che si chiama Stipsy King. Ma veniamo al libro.