Certamente tutti voi conoscete La bussola d’oro di Philip Pullman. In meno, probabilmente, sapranno che si tratta del primo capitolo della trilogia Queste oscure materie. Dal primo volume che compone la saga fantasy, è stato tratto anche un film – abbastanza fedele, in realtà, tanto da essere stato persino lodato dall’autore – ma chi ha visto questo primo episodio c’è davvero
No, non siamo di quelle che stasera andranno in giro vestite da streghe per la notte di Halloween. Non è neanche una festa nostra. Del resto, visto che siamo nate negli Anni Settanta, noi siamo cresciute con un’altra ricorrenza, quella dei Morti. Che poi non è a cavallo tra ottobre e novembre, ma è il
Se non l’avete mai letto, dovreste proprio farlo. Se lo conoscete, riscopritelo.
Certamente perché riconosciuto come uno fra i più grandi capolavori della letteratura russa del XX secolo, tanto da aver spinto Eugenio Montale a definire questo romanzo come “un miracolo che ognuno deve salutare con commozione”. Ma non soltanto. Michail Bulgakov, infatti, costruisce il/i suo/suoi romanzo/i su una visita del diavolo nell’Unione Sovietica di Stalin: una vera e propria satira dell’epoca. Ma i temi cari alla letteratura senza tempo che Bulgakov riprende sono tantissimi, primo fra tutti quello dell’ebreo errante: una figura della mitologia cristiana (che – stando alla leggenda – colpì Gesù lungo la via della Crocifissione e al quale fu data la maledizione di camminare sulla terra fino al tempo della Seconda venuta) che è diventata protagonista di numerose opere (dal “Faust” di Goethe a “Melmoth l’uomo errante” di C.R. Maturin, fino al “Melmoth riconciliato” di Balzac… ma potremmo continuare con un lungo elenco.
E la già intricata trama si intesse anche con la travagliata vicenda compositiva del romanzo stesso.