Pubblicato nel Secondo Dopoguerra , Il buio oltre la siepe, ebbe un immediato successo, e nello stesso anno di uscita alla sua autrice fu assegnato il premio Pulitzer. Qualche anno più tardi uscì l’omonimo film che vinse ben tre premi Oscar e venne presentato in concorso al 16º Festival di Cannes, dove vinse il Premio Gary Cooper Award.
Spuntando la lista della biblioteca delle menzogne, mi sono accorta di non aver mai recensito uno fra i miei libri preferiti, da sempre e per sempre: Il buio oltre la siepe di Harper Lee. In realtà, da ragazzina, ancor prima di leggere il libro avevo visto prima il film (1962) tratto dal romanzo, vincitore di tre premi oscar, con un magnifico Gregory Peck nel ruolo dell’avvocato antirazzista Atticus Finch. Avevo 11 anni e ricordo quel giorno come se fosse ieri. Avevo già visto Indovina chi viene a cena, ma l’impatto con la realtà raccontata nel film (e poi del libro) fu ancora più forte, quasi violento. C’erano alcuni passaggi della storia che non avevo capito, così la mia mamma andò verso la libreria e con mano sicura infilò una mano fra gli scaffali e pescò un libro copertina bianca e rossa e un’ immagine stilizzata. Mi disse di leggerlo e di chiederle tutto quello che non mi fosse stato chiaro. Ed è stato così che ho scoperto davvero il significato di xenofobia.