Siamo in California. Un genetista sta compiendo una ricerca per comprendere la longevità delle donne dell’incredibile famiglia Keller… Meno fortunato il ramo maschile morti in un’età più “consueta”. Ma qual è il segreto di questa longevità? Quale magico elisir ha donato lunga vita a questa dinastia tutta al femminile? E’ davvero il loro ulivo la fonte di “vita eterna”?
In “Le radici dell’albero di ulivo” di Courtney Miller Santo ben 5 generazioni di donne di questa famiglia vivono sotto lo stesso tetto, una vecchia casa che domina il loro uliveto. C’è Anna, la capostipite, 113 anni; sua figlia Bet (90 anni), la nipote Callie (60), la bisnipote Deborah (40) e la trisnipote Erin (20).
Anna ha un misterioso passato che è convinta debba rimanere segreto, come del resto fa da più di 100 anni: è arrivata dall’Australia nel 1898 (all’età di 4 anni) insieme ai genitori e al piede di un antico ulivo che costituisce la principale attività della famiglia. Ha un carattere indomito, un temperamento volitivo ed è determinata a diventare la donna più anziana del mondo.
Ognuna delle donne Keller, però, nasconde qualche segreto. Bets è sposata con un uomo malato di Alzheimer con uno scheletro nell’armadio che le causa una perenne malinconia silenziosa: un profondo senso di colpa che la accompagna per delle scelte fatte in passato.
Callie, forse la più inquieta fra tutte le donne Keller, che si era costruita un futuro lontano dalla piccola cittadina di Kidron, e che ora vedova e sopravvissuta a un incidente aereo, vive consumata dal rimpianto. Debbie, la grande assente della famiglia, che è stata in prigione vent’anni per aver ucciso il marito… Entrambe sono cariche di recriminazioni reciproche e ciascuna delle due riversa sull’altra pesanti accuse cosa che genera tensioni in tutto il resto della famiglia.
Infine, Erin. Sola, dopo essere stata costretta ad abbandonare una promettente carriera da cantante lirica… Adesso è incinta di un maschio e spera di trovare nelle nonne quell’affetto che la mamma non ha saputo darle.
E’ proprio il ritorno senza neanche un bagaglio di Erin a Hill’s House, insieme all’arrivo del genetista indiano di fama mondiale, determinato a scoprire la chiave di questa longevità, ad accendere la miccia di una bomba pronta a esplodere. A sconvolgere queste vite solo apparentemente serene e lineari. La vita delle donne Keller infatti non è stata sempre facile e i segreti che stanno per essere raccontati inevitabilmente modificheranno tutti gli equilibri: i malcelati rancori dissotterreranno segreti rimasti sepolti per troppo tempo… Come se insieme al Dna, il dottor Hashmi sviscerasse anche i misteri.
Che il segreto di questa lunga vita sia davvero l’olio che la famiglia Keller produce da generazioni, oppure no. Alla fine poco importa, anche se all’ulivo Anna si dedica indefessamente nonostante la veneranda età… E anche se di olive e di olio si parla. Quello che rende speciale questo romanzo è il lirismo che si nasconde in ciascuna delle sue parti dove di volta in volta prende voce una di queste donne, potenti e forti, ma anche fragili e bisognose di affetto, amore e comprensione.
In famiglia, si sa, spesso si urla e si recrimina. Ci sono conflitti, liti, momenti di rabbia, incomprensioni. Ma gli sfoghi personali nascondono sempre un sincero desiderio di chiarimento e anche dietro le tensioni più forti, alla fine c’è sempre la tenerezza e la voglia di risolvere anche i più forti e violenti contrasti.
A me ha ricordato molto, numerosi romanzi che amo profondamente: alcuni di Isabelle Allende, altri di Giuseppina Torregrossa di cui mi appresto a leggere “Manna e miele, Ferro e fuoco” e a seguire “Il figlio maschio“… e di cui vi invito a rileggere la recensione di “La miscela segreta di casa Olivares“.
Sarà il tema della saga famigliare, sarà un po’ la scrittura ricercata. Non so dire con esattezza, ma è stato bello tuffarsi in queste pagine.
C
(Le radici dell’ulivo di Courtney Miller Santo, Mondadori, pagg. 308, euro 13)