Incontrare e conoscere Giuseppina Norcia è stata una vera e propria rivelazione. In realtà che fosse una tipa interessante lo avevo capito già dal libro… Perché un titolo così particolare non può essere altro che il parto di una persona speciale. Ma nel caso di Giuseppina Norcia le mie aspettative sono state disattese… Nel senso che (cosa non solo strana, ma anche rara) sono risultate inferiori a quanto Giuseppina Norcia nell’arco di mezzo pomeriggio insieme ha saputo darmi, mostrarmi, raccontarmi, dirmi di lei e della sua Siracusa. Il tutto senza autocelebrarsi, autoincensarsi…
In realtà io e Giuseppina Norcia ci eravamo sentite per telefono per pianificare la nostra conversazione. E già dalla telefonata il carattere di Giuseppina era emerso in tutta la sua bellezza. A completare l’opera mi è bastato il sorriso con cui mi ha accolta, quando sono arrivata al Lido dei Ciclopi venerdì scorso: aperto, sincero, allegro, sereno…
Ma veniamo alla presentazione e a Siracusa. Dizionario sentimentale di una città che – dicevo – è davvero particolare: un po’ una guida, un po’ un diario di viaggio, un po’ una voce narrante amica, un po’ un saggio, un po’ una ricerca storica… Un po’ un romanzo e – ci pare ovvio – un po’ Dizionario. L’impostazione di base del libro, edito da VandA epublishing (ma quanto mi sta piacendo questa casa editrice!), è quella di un abbecedario. E non crediate che questo semplifichi le cose: «Alcune voci – ha raccontato Giuseppina durante la presentazione – mi sono venute in mente subito, proprio come l’architettura del libro che è stata immediata. Su altre ho dovuto ragionare a lungo… E non tanto, come potreste pensare per “riempire” le caselle, ma per scegliere fra le varie opportunità che mi si ponevano davanti quale fosse la migliore».
Il libro si apre con la A di Aretusa. La prima lettera, la prima scelta difficile: «Il libro l’ho pensato tutto insieme, ma l’ho scritto disordinatamente. In alcuni casi – ha piegato Giusy Norcia – ho dovuto aspettare di essere pronta per affrontare la stesura di una voce… Ma quando ho riletto il libro alla fine mi sono resa conto che questa cosa non si percepisce. Per Aretusa è stato diverso. La prima lettera e già un grande dilemma. Chi scegliere fra Aretusa e Archimede? Come lasciarne fuori uno dei due? Per fortuna la soluzione l’ho trovata nell’epilogo…».
Il libro si apre con un prologo che ne offre la chiave di lettura e si chiude con l’epilogo che ne è la chiave di volta. E’ il π che si costituisce come la cifra principale del libro stesso: «In realtà, il libro vive della cifra dell’incompletezza (ndm.- vale a dire nota di matta – io direi “completabilità”). Nel senso che è un canovaccio, un punto di partenza perché ciascuno costruisca il proprio dizionario sentimentale… E il π è la metafora perfetta per rendere l’idea di questa incompletezza».
La “gestazione” del libro è stata piuttosto lunga. Ma non appena metterete il naso fra le pagine di Siracusa. Dizionario sentimentale di una città non avrete difficoltà a capire il perché. Dentro il racconto che ha il sapore di un romanzo (sorprendentemente anche pieno di suspense sebbene si parli di Storia) c’è tantissima ricerca che Giuseppina Norcia, però, è capace di porgere al lettore come una semplice narrazione… Quasi come una favola letta ad alto “volume” dalla vostra voce preferita.
Dopo le mie domande. Giuseppina ha cominciato a raccontare un altro po’ della sua Siracusa e ascoltarla è stato come perdersi in quei luoghi. Come ascoltare la voce della storia che parlava solo alle mie orecchie. Un incanto.
Un saggio poetico, l’ideale per andare alla scoperta di un luogo pieno di storia e magia.
(Siracusa. Dizionario sentimentale di una città di Giuseppina Norcia, VanA epublishing)