Come molti di voi ormai sanno, sono stata per molto tempo una libraia specializzata in editoria per ragazzi. Amavo quel lavoro. Amavo quel posto, che ora non esiste più. Lo amavo per tanti motivi: perché isola felice per tante famiglie, perché unico spazio davvero ideato e realizzato a misura di bambino, perché se si ama leggere si ama anche il consigliare letture che in qualche modo sono state pietre miliari della propria “vita da lettore”… La lista dei perché potrebbe continuare quasi all’infinito, ma preferisco citare solo un altro “perché”. Ho amato quel posto perché è lì che ho incontrato persone straordinarie. Proprio come l’autore del libro di cui sto per parlarvi oggi. Questo post è per lui, alla luce (anche) del suo recente ingresso su Facebook.
Non è stato questo il primo libro di Antonio (Nino) Ferrara, ma è certamente uno fra quelli che maggiormente mi è rimasto nel cuore (una vera e propria pietra miliare, come dicevo quache riga più su). I suoni che non ho mai sentito è libro che ogni adulto dovrebbe leggere per le emozioni che riesce a suggerire e che lascia nel cuore.
Il protagonista si chiama Miguel ed è un bambino di 10 anni che vive a Barcellona con i nonni. Miguel è un bambino speciale (anche) perché ha il grande dono di raccontare storie. Forse proprio perché è quasi totalmente sordo e, allora, il racconto per lui si configura come una nuova possibilità.
Il libro si articola su una serie di piccoli racconti – sono un po’ la storia di Miguel – che sono soprattutto un album di fotografie, di immagini, di ricordi, di sogni, di desideri. E Antonio Ferrara (forse perché, oltre che autore è anche illustratore) riesce a cesellare immagini mentali che hanno una forza dirompente. Non solo. Il romanzo illustrato di Antonio Ferrara vive dei due testi paralleli che lo compongono, quello letterario e quello delle illustrazioni. Entrambi i testi ci rendono dei veri e propri compagni di viaggio di Miguel che “sente poco fuori, ma molto dentro” e che racconta fra dolcezza e amarezza storie quotidiane o fantasiose, ma che sono comunque frammenti di desideri dal sapore fascinoso. Perché Miguel, dal mondo ovattato che lo circonda, sa cogliere sempre materia per la narrazione anche di «storie senza parole fatte di sguardi discreti in cui si immagina di tutto. Storie che svaniscono con il rientro a casa»
La fortuna di Miguel (amico di Ahmed e innamorato di Consuelo) sta nel fatto che anche se “le orecchie non funzionano granché” gli «occhi vanno bene» e «per fortuna le parole si possono sentire con le orecchie, ma anche leggere con gli occhi». Per questo Miguel si tiene compagnia leggendo: «Ogni libro mi sorprende spalancandosi come uno scrigno. Mi piace cominciare un libro, è come affondare le labbra nella schiuma del cappuccino. Mi tuffo nel libro-cappuccino senza salvagente». (Una grande verità questa. Chi avrebbe saputo descrivere meglio il piacere di entrare in un nuovo mondo?)
Leggendo questo libro, tutti i sensi vengono coinvolti e tutte le emozioni trovano un posto… Quasi in un percorso di assaggio multisensoriale della parola. Un libro che parla di diversità e di disabilità con un (raro) tocco delicato…
C
(I suoni che non ho mai sentito di Antonio Ferrara, edizioni Fatatrac, pagg. 112, euro 11)
Antonio Ferrara è nato a Portici (NA), nel 1957. Nel capoluogo campano ha conseguito il diploma di maturità in arte applicata, lavorando poi come grafico. Ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori. Durante questo periodo si è accostato sempre più intensamente alla psicologia dell’età evolutiva. Vive e lavora a Novara. Ha partecipato a numerose personali e collettive di pittura e di illustrazione, tra cui New York, Barcellona, Montreuil, Bordeaux, Teheran, Tokyo, Hiroshima, Osaka, Nagasaki, Innsbruck, Milano, Venezia, Torino, Genova, Bologna, Napoli, Trieste, Bari, Novara, Vercelli, Bergamo. Collabora, con articoli e illustrazioni, con riviste come Carrer, Vogue, Arctop, 999, Il Piccolo Missionario (Nigrizia), Signo. Ha pubblicato con diverse case editrici, come Mondadori, Salani, Interlinea, Falzea, Tolbà, Fatatrac, Artebambini, Nuove Edizioni Romane. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo, arabo, ebraico, albanese, tigrino, telugu. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa “per emozioni” per ragazzi, insegnanti, detenuti, degenti, presso scuole, biblioteche, librerie, carceri, associazioni culturali, ospedali.