Certamente tutti voi conoscete La bussola d’oro di Philip Pullman. In meno, probabilmente, sapranno che si tratta del primo capitolo della trilogia Queste oscure materie. Dal primo volume che compone la saga fantasy, è stato tratto anche un film – abbastanza fedele, in realtà, tanto da essere stato persino lodato dall’autore – ma chi ha visto questo primo episodio c’è davvero rimasto male nel non vedere realizzare i sequel della saga.
La vicenda narrativa che si dipana sui tre volumi (gli altri due si intitolano La lama sottile e Il cannocchiale d’ambra) prende il titolo da un verso di un grande classico della letteratura inglese (uno di quelli che non ti obbligano a leggere – interamente – al liceo, ma sul quale la prof di letteratura inglese comincia a organizzare tutta una serie di lezioni di letterature comparate insieme alla prof di letteratura italiana): Il Paradiso perduto di John Milton. E, infatti, proprio in esergo de La bussola d’oro, troviamo riportata la citazione del passo dove si parla di queste oscure materie. Pubblicato nel 1995 (e per la prima volta in Italia nel 1996), la trilogia è entrata di diritto a far parte dell’elenco dei libri imperdibili per ogni lettore che si rispetti.
Ambientata in un mondo parallelo, la saga racconta di Lyra, una ragazza di 11 anni nata e cresciuta a Oxford. A lei è legata una profezia delle streghe: sarà Lyra la protagonista di un evento che coinvolgerà tutta l’umanità. In questa realtà alternativa, ogni persona vive con a fianco un daimon, una specie di compagno di viaggio e che scompare alla morte dell’essere umano. Potremmo definirlo una sorta di alter ego, ma anche una sorta di propaggine dell’uomo stesso se il daimon muore o viene staccato dal suo padrone anche il padrone stesso resta in qualche modo psichicamente menomato (a meno che non muoia lui stesso), questo perché il daimon è il canale di collegamento con la Polvere una misteriosa sostanza cosmica (vicina alle materie oscure della cosmologia contemporanea) che consente di concepire pensieri originali e di sviluppare una personalità indipendente. Una possibilità che non piace al Magisterium (una sorta di chiesa legata al culto del dominio universale dell’Autorità).
E proprio contro una macchinazione che inizia con l’asportazione dei daimon dai ragazzini che Lyra deve combattere. Il progetto del Magisterium sottopone i bambini a terribili esperimenti che si concludono con l’intercisione, vale a dire appunto la separazione definitiva di essere umano e daimon. Lyra e Pantalaimon (così si chiama il suo daimon), entra in possesso dell’Aletiometro (la bussola d’oro, appunto) e comincerà un viaggio verso il nord non solo per salvare i bambini (fra cui c’è anche il suo amico Roger), ma anche per rimettere insieme i pezzi della sua vita. Lyra, nel corso del romanzo non sarà sola. Ad affiancarla saranno in tanti, soprattutto Will (il portatore della lama sottile)… Ciascuno dei romanzi della trilogia, prende il, titolo da uno strumento fondamentale per la narrazione e per lo svolgersi dei fatti.
L’aletiometro, la lama sottile e il Cannocchiale d’ambra: il primo è una sorta di bussola che dice sempre la verità alle domande che le vengono poste tramite gli aghi che lo compongono. Lyra, quasi per magia, è fra i pochi capaci di interpretare il significato dei simboli sulla ghiera dell’Altimetro senza l’ausilio del Libro.
Nel secondo volume della saga, la Lama sottile sarà invece un coltello magico capace di aprire varchi che conducono da un universo all’altro e di tagliare qualunque materiale (per non parlare della sua capacità di uccidere gli angeli o lo stesso Dio). E’ il coltello stesso a scegliere l’umano da cui essere utilizzato.
Nel terzo episodio, infine, è il Cannocchiale d’ambra a far da padrone, con l’opportunità che offre di vedere la Polvere, come un pulviscolo luminoso. Come sempre, non vi abbiamo detto nulla più del minimo sindacale per invogliarvi a scoprire il libro. In realtà, però, ci sono altre cose che vogliamo segnalarvi: per esempio che nel 2012 era attesa la pubblicazione di un quarto volume della saga (che doveva chiamarsi Il libro della Polvere, del quale però al momento mi si sono perse le tracce).
Dicevo, più o meno all’inizio del post, un libro imperdibile. Questo perché affronta i massimi temi dell’universo: la vita, la morte, l’esistenza di Dio e soprattutto il libero arbitrio (e la sua importanza). Una saga dove – a detta dello stesso autore – il fantastico non è fine a se stesso, ma «sostiene e dà corpo al realismo». In Italia edito da Salani, la saga è disponibile in tre volumi o in unico volumone gigante.
C
(Queste oscure materie di Philip Pullman, Salani pagg. 1078, euro 22)