Ieri mattina, uscendo da scuola e prima di andare a comprare le cialde per la macchinetta del caffè (cominciavamo a mostrare i segni della crisi d’astinenza) sono passata dalla mia fumetteria preferita (una fra le prime che aprì a Catania). E non ho saputo resistere: mi sono fatta un regalo.
Niente di troppo costoso, ma una pubblicazione gustosa che non poteva non essere mia. Non vi ho mai raccontato di un fumetto che quando frequentavo l’Università, il mio personalissimo spacciatore di favole e fumetti Edy mi ha fatto scoprire ed amare: Rat-Man di Leo Ortolani. Questa serie a fumetti è una fra le più divertenti che io abbia mai letto, motivo per il quale ho proposto la lettura degli albi anche a mia mamma. Non soltanto per le (dis)avventure di questa parodia di super-eroe qual è Rat-Man, ma anche e soprattutto per la presenza all’interno degli albi delle strisce di un’altra serie intitolateVenerdì 12. Ecco, il regalo che mi sono fatta è stato proprio la raccolta completa di tutte le strisce e di tutte le illustrazioni che Leo Ortolani ha realizzato intorno al personaggio di Aldo: Venerdì 12 – Omnibus.
Della pubblicazione si vociferava da tempo, anche perché richiesta a gran voce dai lettori (visto che la serie è stata pubblicata a puntate sugli albi di Rat-Man e poi raccolta in 4 volumi, ormai introvabili). Panini Comics la ripropone con «un’apnea di aggettivi: grandiosa, esilarante, strappalacrime, crudele, scorretta, irriverente, irresistibile». Niente di più vero: l’epopea amorosa del povero e sfortunato Aldo, affiancato dal fedele servitore Giuda, è tutto questo e anche di più. Tanto che molti la considerano la migliore opera di Ortolani (ma questo lo lasciamo decidere a voi).
300 pagine per raccontare tutta, ma proprio tutta, la lunga saga nel rispetto delle fasi storiche che ha attraversato: Le Origini, La solitudine, Il Risveglio, La Conclusione (che costituiscono i capitoli dell’Omnibus). Una storia che ortolani dedica a tutti gli innamorati che ancora non hanno capito cosa li aspetta, a tutte quelle anime belle che ancora non si sono guardate allo specchio, a tutti quelli che credono nei buoni sentimenti. Con ironia, per carità… E vediamo perché.
Aldo è (era) un uomo. Dopo aver regalato un carillon magico alla sua fidanzata Badelia, a seguito di un sortilegio “attivato” dal fatto che Badelia non ama davvero Aldo, si ritrova trasformato in un orripilante mostro, dalle orrende sembianze. L’incantesimo può essere spezzato in due modi: versando il sangue di una giovane vergine (cosa difficile da trovare di questi tempi) oppure trovando una donna che sappia guardare oltre le apparenze e possa innamorarsi davvero di Aldo (cosa molto difficile visto che Aldo è un mostro reso bisbetico dalla tragedia interiore che sta attraversando).
Al fianco di Aldo, si staglia la figura di Giuda… Quasi il “maggiordomo” di Aldo, che già nel nome dimostra fedeltà (:-P). Cinico e meschino Giuda è la statuina del carillon che ha preso vita quando l’oggetto è stato donato a una donna fredda e insensibile (che non ricambiava l’amore di Aldo): il suo compito è quello di servire il padrone finché questi non riuscirà a scogliere la maledizione. La storia – come confessato dallo stesso Ortolani – è ispirata a un momento autobiografico ed è, in sintesi, la parodia del concetto di film horror (e tantissime sono le citazioni… che vi invitiamo a trovare da soli… La prima, la più semplice è – ovviamente – la saga cinematografica di Venerdì 13) dove le tematiche tipiche del genere si innestano sull’argomento amoroso.
Se, come me, avete amato Venerdì 12 non potete lasciarvi sfuggire questa pubblicazione. Se, non lo conoscete ancora, neppure. Quindi, leggetelo e fatemi sapere. Se volete approfondire il mondo di Leo Ortolani, potete diventare follower del suo blog… Oppure seguire le novità sul sito dedicato a Rat-Man, il suo supereroe 🙂 E adesso «Fletto i muscoli e sono nel vuoto!» (a buon intenditor…)
C
(Venerdì 12 di Leo Ortolani, Panini Comics, 300 pagine, euro 10)