Anche questo titolo, nella mia #readingchallenge ha creato non poche difficoltà sul tema della spunta… Ma questo ve lo racconterò alla fine del post (perché mi sa che devo rivedere la mia strategia). Vi racconterò invece di come si è costruita l’occasione di incontrare Antonio Dikele Distefano, autore di Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti? edito da Mondadori dopo lo strepitoso successo di free download su Amazon: 20.000! (All’atto è quinto nella classifica di vendita del Kindle Store e 14 dei libri più venduti a livello nazionale, ma il giorno della sua pubblicazione cartacea è stato in vetta alla top ten).
La telefonata di Anna Cavallotto, l’invito a intervistare un ragazzo giovane (22 anni), alla prima esperienza come scrittore (ma anche come interviste, tour nelle scuole…). Detto, fatto: la presentazione era organizzata. Solo che poi i giorni sono passati in fretta, il CUB – Castello Ursino Bookshop mi ha risucchiata nei suoi incantevoli spazi (che mia nipote Elena – 3 anni e mezzo, quasi 4 – guarda con ammirazione e sospetto, buttando sempre un occhio alla scala che conduce ai sotterranei: «Zia, ma quello è l’antro di Malefica? E tu non hai paura?») e… Tutto a un tratto ho realizzato che non avevo ancora letto il libro: Arggghhhhhh!!!
Finalmente, una sera, il libro è fra le mie mani. Lo guardo, lo osservo, apro a caso le pagine e leggo uno stralcio: mi piace; e tanto. Ma quella sera, gli occhi si chiudevano da soli senza che io riuscissi a forzarmi (neanche un pochino pochino). Quindi rimetto il libro in borsa e decido che mi sarei dedicata a quella lettura l’indomani, sempre al CUB. E così è stato: la domenica, durante la mia giornata di lavoro al Castello Ursino Bookshop, ho letto più della metà del libro che ho poi finito la sera, una volta a casa.
Capitoli brevi, frasi profonde, la capacitò di tradurre in immagini esperienze emozionali altrimenti difficili da raccontare («Mi manchi come il controllore quando ho il biglietto», avreste saputo dirlo meglio?). E poi, ancora: frasi efficaci (di quelle che tutte le adolescenti ricopiano sui diari come massime cui appigliarsi… E non a caso al suo ingresso in libreria per la presentazione le giovani presenti lo hanno accolto come una popstar). Insomma, piacevolissima lettura e interessantissimo romanzo.
Su questo titolo sono state scritte molte parole. Antonio Dikele Distefano è stato intervistato dalle principali testate ed emittenti italiane… Perché il suo libro ha suscitato scalpore e perché (ah, già, non ve l’ho ancora detto) Antonio è nero. La sua famiglia, originaria dell’Angola si è trasferita in Italia, lui è nato a Busto Arsizio e ora vive a Ravenna.
Il romanzo è innanzitutto una storia d’amore. Una storia di amicizia. Alcuni hanno scritto, una storia di razzismo… Ma invece no. O meglio non solo. E lui ci tiene a spiegarlo. Perché il fatto che Antonio sia “nero”, mi ha spiegato, è solo una contingenza.
Io ho in qualche modo paragonato il suo romanzo al film “Indovina chi viene a cena?” perché la storia è autobiografica e il pregiudizio che permea il comportamento dei genitori dell’ex-ragazza di Antonio è similare alle perplessità di Spencer Tracy in quel meraviglioso lungometraggio. Ma il libro è di più, davvero molto di più. Non è una storia di razzismo, ma una storia sul pregiudizio.
Come diceva Antonio, durante la presentazione, un romanzo dal sapore similare a Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi che ha segnato una generazione. E in qualche modo, fosse anche solo per il modo in cui è stato scritto il romanzo (tutto su smartphone) questo è già accaduto.
Un consiglio: i capitoli portano i titoli di altrettante canzoni… E ascoltarle durante la lettura del romanzo conferisce qualcosa in più alla lettura. E adesso non avete alternative: dovete leggerlo!
C
(Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti? di Antonio Dikele Distefano, Mondadori, pagg.184, euro 14)