Il mondo del fumetto offre un panorama immenso dal quale la cinematografia ha pescato (e continua a pescare) a piene mani. Noi Matte abbiamo deciso di fare un primo tuffo in questo mondo. Cominciamo?
Da Capitan America a Blade, passando per I Fantastici quattro, l’Uomo ragno e gli X-man (in tutte le loro declinazioni), Daredevil, Iron Man, Wolverine, Thor e Hulk… E questo solo per citare le pellicole tratte dai fumetti Marvel. In totale, i lungometraggi appartenenti a questa “famiglia fumettistica” sono 23; il primo è stato Blade (del 1998), far gli ultimi c’è invece “The amazing Spider-Man”, un film – il quarto, contando quelli usciti a partire dal 2002 – con il quale si vuole dare un riavvio alla saga… Già, perché un primo cantiere di adattamento cinematografico era già stato creato nel 1985, ma mai realizzato e – per essere precisi – nel 1977 era anche stata realizzata una serie televisiva in live action (dalla quale vennero tratti anche due film per la televisione). La serie tv di Hulk (81 episodi realizzati fra il 1978 e il 1982, interpretata dal culturista Lou Ferrigno) ebbe un discreto successo. Al contrario del primo film (“Hulk”, 2003) che proprio per i bassi incassi al botteghino venne seguito (nel 2008) da un reboot: “L’incredibile Hulk”.
Fra i fumetti che sono stati “sfruttati” dal cinema ci sono anche Superman e l’eroe oscuro Batman (entrambi personaggi della DC Comics) che a partire dalla fine degli anni 70 hanno popolato grande e piccolo schermo.
I primi quattro film di Superman, sono interpretati da Christopher Reeve (con Gene Hackman nel ruolo di Lex Luthor) per la Warner Bros. Il quarto capitolo della saga (1987), risultò disastroso. Un fiasco che portò al vaglio l’ipotesi di riavviare la saga (anche nel tentativo di cavalcare l’onda del successo della storia a fumetti “La morte di Superman”)… Cosa che avvenne solo nel 2006 con “Superman Returns” di Bryan Singer: film dalla genesi quanto mai lunga e articolata. Questo reboot avrebbe dovuto avere un sequel… E adesso, dopo i numerosi progetti bocciati, è in sala “Man of steel” di Zack Snyder. E’ bene ricordare anche la prolificità di questa serie a fumetti per la televisione: da “Superboy” a “Smalville”, dedicati alla guerra civile su Krypton e all’adolescenza terrestre di Clark Kent.
Il più “adattato” è Batman, con ben 10 lungometraggi (a partire dal 1943 fino a “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”, la cui uscita è prevista negli Stati Uniti il 20 luglio), due serial cinematografici (1943 e 1949), una serie tv di 120 episodi (1966) e una serie animata (1992). Col successo del personaggio si tentò anche uno spin-off sul personaggio Catwoman che però non riscosse quanto sperato.
Abbandonando il mondo dei supereroi, fra i film che hanno fatto la storia del fumetto al cinema è certamente da ricordare “Dick Tracy” (1990) liberamente ispirato al fumetto omonimo di Chester Gould. La pellicola era stata preceduta da 4 film (realizzati fra il 1945 al 1947, anni in cui è ambientato il fumetto). Ma in questa occasione il direttore della fotografia – usando solo i colori primari, e in una sola tonalità (proprio come nei fumetti) – ha meravigliosamente saputo ricreare l’ambiente delle vignette.
Fra i film evento del 2011, è indispensabile citare “Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno”, diretto da Steven Spielberg e girato interamente con la tecnica motion capture 3-D. Il lungometraggio si basa su tre albi di Hergè. Ma la curiosità è che il fumettista belga, al secolo Georges Prosper Remi, arriva al mondo delle vignette dal cinema del quale trasferisce su carta il ritmo, le inquadrature, la regia dinamica. Il film pare quindi una naturale “evoluzione” degli albi tant’è vero che dalle sue storie sono già state tratte due serie animate (la prima, in realtà sono 4 lungometraggi divisi in 5 puntate ciascuno) e due film. Il fumetto è diventato un classico non solo perché primo esempio dello stile linea chiara (cui tutto il fumetto franco-belga si è ispirato), ma anche perché percorrendo le 23 avventure di Tintin (la ventiquattresima rimase incompiuta, perché alla morte di Hergè nessuno fra i suoi collaboratori ritenne opportuno proseguirne il lavoro, perché Tintin era un po’ il suo autore) si ottiene una panoramica della realtà del secolo scorso.
Sperando di farvi cosa gradita, torneremo sul tema… Anche perché – almeno per il momento – abbiamo affrontato solo (e non interamente) una metà del cielo. Quindi la prossima volta parleremo di Manga.
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