Con questo libro ho cominciato da dove avrei dovuto finire.
Prima ho visto il film poi sono passata alle parole di carta.
Quando sono andata al cinema a vedere Colpa delle stelle la sala, alla fine, era piena di gente che singhiozzava, che si scambiava fazzoletti per asciugare le lacrime, quelle lacrime che nessuno riusciva a trattenere per la tanta emozione trasmessa dalla storia che aveva preso vita sullo schermo.
Io non sono donna dal pianto facile davanti ad un film, ma mi sono sotterrata sotto la maglietta, utilizzandola come un plaid, quasi mi volessi nascondere sotto le coperte per lasciare fuori esclusivamente gli occhi…un po’ umidi, lo possiamo pure dire.
Così qualche settimana dopo il libro l’ho comprato, contravvenendo alla regola che mi sono data recentemente e che più o meno suona così “NON COMPRARE NIENTE SE PRIMA NON FINISCI TUTTO QUELLO CHE HAI!”. Ma i libri, per me, sono un po’ come i vestiti per quelle mie amiche che li lasciano appesi nell’armadio, con tanto di cartellino.
Colpa delle stelle, il libro evento di John Green, in Italia con Rizzoli, l’ho comprato e l’ho finito in tre giorni, ma giusto perché in questo periodo sono davvero stanca e mi stanco velocemente a leggere. Avrei potuto finirlo in un’unica notte (che belli i tempi andati 🙂 ).
Non so cosa mi aspettassi di trovare, so invece cosa ho trovato e, per una volta, posso dire che la versione cinematografica di questa storia, mi è piaciuta molto di più di quella cartacea, ma questo perché dopo avere visto il film le aspettative erano davvero troppo troppo alte.
Il libro è un libro per ragazzi e il linguaggio è proprio per loro. Fatta eccezione per degli errori di grammatica che sono presenti nella traduzione e che, secondo me, non sono accettabili (a richiesta sono pronta a mandare la pagina esatta con l’errore che mi ha fatto saltare in aria anche se erano le due del mattino).
Colpa delle stelle racconta della vita di Hazel Grace, una
ragazza di sedici anni che vive sapendo di essere una “condannata a morte” a causa di un tumore che le è stato diagnosticato quando era ancora una bambina. Nel gruppo di supporto che frequenta incontra Augustus un suo coetaneo, che è sopravvissuto ad un sarcoma, ma che ha perso una gamba a causa della malattia. I due si innamorano e vivono una storia d’amore che non ha niente di normale, perché tra loro ci sono le terapie, le diagnosi, le notizie di gente che muore, ma in realtà sono loro stessi, Augustus, soprattutto a cercare e a trovare una propria normalità. Muovendosi tra l’Indiana e l’Olanda, la storia prosegue pagina dopo pagina.
Se vogliamo rimanere tra le categorie delle Matte questo è anche un “libro al quadrato“, perché Hazel ed Augustus, utilizzano un libro quasi come fosse un codice per declinare quello che succede nella loro vita, tanto da riuscire a fare un viaggio insieme proprio per scoprirne il finale non scritto.
Non credo di avere avuto per le mani quel capolavoro celebrato dalla critica, ma probabilmente perché questo è un libro che è stato pensato per lettori ben più giovani di me e io forse sto diventando grande. E il messaggio ai lettori più giovani arriva forte e chiaro. C’è l’amore, c’è la sofferenza che è propria di questi tempi e, per una volta, c’è un coraggio che non si legge tutti i giorni. Credo dunque che, nonostante la difficoltà dell’argomento, sia un’ottima lettura per i ragazzi, anche per il linguaggio che viene usato.
Augustus ed Hazel sono sicuramente più grandi di quello che dicono le loro carte d’identità, ma vivono tutto con la curiosità dei bambini, perché bambini sono, anche se la vita ha scelto per loro una strada più difficile di quella dei loro coetanei. L’autore ha scelto un linguaggio che ben si adatta a loro, senza costringerli a dialoghi che sarebbero assurdi per degli adolescenti. Il romanticismo che vivono i due ragazzi non è un romanticismo triste, del resto questo non è un libro sul cancro, ma un libro che racconta una storia. E’ però un romanticismo malinconico, su questo non possono esserci dubbi.
(Colpa delle Stelle/ John Green/ Rizzoli/ € 16,00/ pp 356)
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