Buon martedì a tutti voi. Pronti per conoscere il Matto per le Matte di oggi? Ve lo avevamo annunciato a fine novembre. Vi avevamo detto di aver strappato una promessa a un autore che abbiamo presentato insieme a Officine Culturali… Ricordate? Benissimo… Allora siete pronti per leggere la recensione che ci propone Adriano Nicosia. Lui, a dire la verità, è stato una scheggia a inviarci la recensione di questo libro. Ma siccome i Matti per le Matte premono sulla nostra scaletta il suo post ve lo proponiamo oggi. Ringraziando Adriano per aver voluto essere annoverato fra i Matti per le Matte. A voi buona lettura!
Albert Chinualumogu Achebe, soprannominato Chinua è stato uno scrittore, saggista, critico letterario e poeta nigeriano. Viene considerato il padre della letteratura africana moderna in lingua inglese.
Il crollo, il suo capolavoro, viene studiato nelle scuole di numerosi paesi africani e si riferisce alla capitolazione di un’intera cultura e di un intero popolo nell’est dell’attuale Nigeria. Una popolazione annullata e distrutta dai colonizzatori britannici e dai missionari cattolici, che, anno dopo anno, smantellavano tutte quelle strutture sociali e familiari create in secoli di storia imponendo, o con le buone o con le cattive, nuovi usi e costumi di società.
Chinua, attraverso la figura di Okonkwo, un guerriero ambizioso che lotta per la sopravvivenza del suo popolo, gli Igbo, ci racconta eventi strazianti e crude verità contro l’adattamento alla nuova realtà imposta dagli inglesi. Achebe rivendica la legittimità di una civiltà ben strutturata e che ha un proprio equilibrio, destinata a diventare solo un ricordo. Il romanzo è il punto di vista degli africani, usurpati della loro identità e contro quegli occidentali che imposero il loro mondo facendoli sentire come dei primitivi incivili, ai quali l’uomo bianco aveva fornito una possibilità di vita e di rinascita.
Diversi gli interrogativi: qual è il confine tra il giusto e l’ingiusto quando si parla di portare il progresso a un popolo considerato, da una parte, arretrato e primitivo? Può un uomo elevarsi e decidere la sorte di popoli interi, di cambiarne usi, abitudini e forme di conduzione della vita stessa?
Il povero Okonkwo subisce un rocambolesco destino. Dopo aver ucciso un soldato inglese e incapace di adattarsi alle nuove regole si toglie la vita, impiccandosi su un albero. Un gesto imperdonabile per la legge degli antenati. Per non commettere un sacrilegio nessuno dei membri del villaggio osa toccare il suo cadavere per dargli una degna sepoltura, lo dovranno fare gli inglesi, gli stessi che Okonkwo aveva combattuto per difendere la propria cultura.