Mettendo ordine fra le cose di casa che sto trasferendo dalla vecchia casa dei miei genitori, alla vecchia casa di mio fratello (che a breve sarà la casa dove andrò a vivere con mio marito Marzio), mi è capitato di ritrovare alcune poesie, ma anche racconti e abbozzi di romanzi che avevo cominciato a scrivere e che non ho mai finito. Mio padre mi dice sempre che dovrei scrivere un libro per aver voglia di tacere, di tanto in tanto… Perché in quelle pagine potrei dire tutto – ma proprio tutto – quello che ho da dire su una questione, senza essere interrotta. Preferisco non soffermarmi sui commenti scherzosi di mio papà circa la mia logorrea cronica, preferisco invece restare sul tema scrittura.
Sarà la passione per la parola scritta, ma capita spesso che i lettori (tutti o quasi) serbino nei loro cassetti una o più opere che, per timore di confrontarsi con le realtà editoriali, molto spesso restano chiuse lì dentro. Le “scuse” che la maggior parte di questi scrittori adducono al fine di giustificare i mancati tentativi di ottenere la pubblicazione dei propri scritti sono numerose: dal “bisogna avere conoscenze per riuscire anche solo a far leggere i propri ‘manoscritti’” al “l’ho scritto per me, non perché venga pubblicato”. Ciascuna di queste ragioni ha in sé un pizzico di verità, ma è pur vero che è necessario avere un po’ di intraprendenza per poter sperare di cominciare una scalata verso il successo letterario ed editoriale (e magari anche per vedersi recensiti in questa rubrica). Questo post è pensato per chi, come me (e anche M), magari ha bisogno di essere spinto in una direzione non ancora intrapresa non per mancanza di volontà, ma per “pigrizia”… O anche semplicemente per chi è in cerca di qualche dritta per pubblicare la propria opera.
Non ho mai amato gli stampatori che si camuffano sotto le spoglie di case editrici bandendo fantomatici concorsi letterari che in realtà sono semplici metodi per reclutare persone desiderose di vedere le proprie storie trasformarsi in libri veri, tangibili, con la copertina con il proprio nome che campeggia in bella mostra. Non li ho mai amati perché ai vincitori di questi fantomatici concorsi letterari, in realtà alla fine della fiera viene richiesto un contributo per la pubblicazione (generalmente sotto forma di acquisto di un numero X di copie del libro stesso)… E questo, secondo me, significa prendere in giro le persone e sfruttare la loro buona fede.
Preferisco di gran lunga, invece, chi ha il coraggio di mettersi in gioco mettendo on-line i propri racconti, curando un blog da scrittore. Il racconto in questi termini è la forma letteraria più facilmente condivisibile sul web (per dimensioni), come del resto lo è anche la poesia. Scegliere di tenere un blog (in questo caso, qualcosa che sta a cavallo fra il diario emozionale e la propria volontà narrativa) e dare in pasto ai lettori del web la produzione letteraria fino a qualche giorno prima chiusa in un cassetto o riposta a prendere polvere sugli scaffali della libreria può rivelarsi un test interessante.
Ma si può fare anche qualcosa di diverso. Si può partecipare a concorsi che vengono di volta in volta promossi sul web e inserire i propri libri on-line su un sito creato appositamente dove i lettori votano le opere che ritengono più interessanti (o valevoli). Alla fine del periodo di concorso, le opere più votate vengono pubblicate in volume: delle raccolte nel caso di racconti o poesie, singolarmente se si tratta di romanzi. Per fare questo, è sufficiente inserire in un qualunque motore di ricerca chiavi come “concorso per scrittori” per vedere quanto è ampio questo parterre di possibilità. Ci sono anche siti come www.scrittoriemergenti.com che offre una sorta di rassegna di tutti i concorsi ai quali è possibile partecipare o come www.wuz.it che segnala tutti i siti per diventare scrittori. Esistono anche dei forum dove è possibile confrontarsi sia con chi ha il nostro stesso desiderio sia con chi è già riuscito a pubblicare qualcosa (e persino con autori famosi), e dei siti che
Infine c’è quello che è successo, abbastanza recentemente, a 100 scrittori emergenti (fra i quali anche molti siciliani in generale e catanesi in particolare). L’idea di base del progetto di Roba da scrittori, curato da Antonio Schiena e Beniamino Soprano, è stata quella di offrire un nocciolo da cui partire: un fil rouge che tenesse insieme tutti i racconti. Nel caso specifico il tema è stato l’ignoto, o meglio “L’ombra dell’ignoto” (che poi è anche diventato il titolo della pubblicazione) e cioè la proiezione – dentro l’anima dell’aspirante scrittore – dell’oscuro in tutte le sue forme. Il risveglio in un luogo sconosciuto con solo carta e penna a disposizione. Come reagiremmo se ci risvegliassimo in un ambiente dai contorni sfumati dalla conoscenza? E’ questa la domanda che si sono posti gli autori dei 100 racconti che compongono il volume. Il risultato sono le 100 proiezioni dell’ignoto nei meandri inesplorati della fantasia e della psiche, di questi giovani autori. 100 racconti, 100 autori, 100 diversi stili di scrittura, 100 modi differenti di osservare, capire e affrontare il mondo. Ed è il potere salvifico della scrittura – oltre al tema comune – a far da collante. Tutti i protagonisti, infatti hanno un quaderno e una penna dove poter imprimere le 100 realtà impossibili da comunicare altrimenti. Insomma, le possibilità per passare (anche) dall’altra arte della barricata sono davvero un’infinità. E adesso, non avete più scuse.
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