Devo imparare assolutamente a scegliere i libri leggendo la terza di copertina e non basandomi sulla copertina e basta. Così è successo che in una delle ultime tornate passate in libreria, ho infilato nel mio cesto da portare poi alla cassa, anche un libro che mi era piaciuto sia per la copertina che per il nome dell’autrice Dawn French, che non appena tradotto in italiano sembrava qualcosa di romantico, Alba Francese.
Solo che il libro non era per niente romantico, o almeno non romantico come io pensavo che potesse essere, e probabilmente questo per me non era il periodo giusto per leggerlo, ma mi sono impegnata lo stesso 🙂
Partiamo dall’inizio. Il libro si intitola Dimmi che ti dispiace, come detto è di Dawn French, ed è arrivato in Italia grazie a Leggere Editore. Detto questo il titolo, che dopo avere letto i primi due capitoli mi era sembrato non ci azzeccasse proprio per niente, nella sua versione in italiano, stavolta, è davvero perfetto. Molto meglio leggere Dimmi che ti dispiace invece che Oh Dear Silvia.
La trama è semplice e viene portata avanti con un automatismo che non lascia spazio a sorprese, purtroppo aggiungerei. C’è una donna, Silvia, ricoverata nel reparto di terapia intensiva di un ospedale inglese, dove è arrivata dopo essere caduta da un balcone (per circostanze inizialmente sconosciute); Silvia è in coma ma attorno a lei l’universo, il suo universo, si muove. Al suo capezzale infatti, ora dopo ora, giorno dopo giorno, si alternano diverse persone, l’ex marito, la sorella, la migliore amica, l’infermiera, la cameriera, la figlia, la nipote e il figlio. Ognuno di loro ha un colloquio univoco con questa donna che nel suo letto combatte per sopravvivere. Ognuno di loro racconta di storie che mano a mano hanno portato a divisioni quasi insormontabili e in quei momenti, cerca di trovare una soluzione, per mettere la parola fine solo dopo avere raggiunto la pace interiore, e il cerchio piano piano si chiude.
Direttamente si conoscono le personalità delle persone che si alternano a quel capezzale, indirettamente si conosce una donna che nella vita sembrava essere un ciclone, ma che aveva le sue debolezze che cercava di nascondere.
La questione è che questo libro rende perfettamente il dialogo che si instaura tra chi rimane e chi invece deve andarsene. E’ un modo di affrontare una tematica importante quale è quella della malattia, della morte, della certezza di dovere dire addio ad una persona, con la quale è quasi necessario fisicamente, scambiare fino all’ultima parola. E proprio le parole, in questo momento, forse hanno più valore proprio per chi resta, rispetto a chi se ne va.
(Dimmi che ti dispiace/ Dawn French/ Leggere editore/ pp 304/ euro 14,00)
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