Avevo circa 13 anni quando ho incontrato per la prima volta questo figo pazzesco in jeans, camicia rossa, giacca nera e un alone di mistero che lo rendeva ancora più affascinante. Da allora di anni ne sono passati 21 e, per tutto questo tempo, il tizio figo l’ho incontrato 12 volte l’anno, per ogni anno. Insomma, facendo un rapido conto, quello che emerge è che l’ho incontrato un sacco di volte.
Sto parlando di Dylan Dog, il personaggio costruito da Tiziano Sclavi, che arriva in edicola con la Sergio Bonelli Editore.
Se vi sembra che Dylan assomigli vagamente all’attore Rupert Everett sappiate che è esattamente a lui che si sono ispirati quando Tiziano Sclavi ha cominciato a pensare a questo investigatore dell’incubo che si muoveva tra le vie di Londra, vivendo al numero 7 di Craven Road.
Cosa c’entra con un blog di libri? C’entra per due motivi, uno perché comunque si tratta di una lettura che faccio ogni mese, due perché mano a mano che le Matte “vivono” insieme scoprono di avere in comune delle cose e l’appuntamento con Dylan Dog è un appuntamento che le Matte hanno in comune.
Una delle mie librerie di casa è interamente dedicata a Dylan anche se la mia collezione non è completa completa, mi mancheranno una trentina di albi e siamo arrivati al numero 326.
La maggior parte dei fumetti li ho comprati in edicola, puntualmente di mese in mese, molti li ho presi in fumetteria quando ero piccola mettendo da parte lira dopo lira, euro dopo euro, e portandomi a casa quello che desideravo (ricordo ancora di avere fatto una lista che il fumettaro spuntava mano a mano che riuscivo a comprare qualcosa), altri ancora me li ha regalati una carissima persona negli anni che ho vissuto a Torino.
Giacca nera, Levi’s e scarpe Clark’s, non possiede un cappotto, è astemio, vegetariano, suona il clarinetto e ha una passione smodata per il modellismo, anche se l’unica cosa che potrebbe riuscire a finire è un galeone che però distrugge periodicamente quando mancano ormai pochi pezzi da mettere al loro posto, cosa per la quale è preso costantemente in giro da Groucho, il suo assistente tuttofare. E poi, come si dice da queste parti, è un “femminaro” pazzesco, in ogni albo si innamora delle protagoniste, anche se qualche grande amore che non ha mai dimenticato ce lo ha avuto.
Una cosa però devo dirla: all’inizio gli albi erano tutta un’altra cosa, per le storie e per i disegni e a volte, dopo avere letto quello che recentemente trovi in edicola rimango troppo delusa. Qualcuno coglierà il mio appello nostalgico?
M