Anche io, nella giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore mi sono regalata un libro. Un libro di uno scrittore che mi è sempre piaciuto sin dalla sua opera prima che mi regalò la mia amica Sandrocchia, quando ufficializzai l’intenzione di iscrivermi alla facoltà di Lettere e filosofia.
Sandrocchia ed io siamo amiche dalle scuole medie. E proprio su quei banchi avevamo cominciato a immaginare il nostro futuro di studi e successi lavorativi. Volevamo studiare insieme e conseguire tre lauree e una fra queste doveva essere in “Paleontologia”… Non ricordo perché, ma ci piaceva tantissimo. E invece, terminato il liceo, sempre in classe insieme, abbiamo scelto strade diverse. Tutto a un tratto – innamorata delle Comparatistica – avevo cambiato destinazione. E lei mi regalò “Tutti giù per terra” di Giuseppe Culicchia. A questo libro sarà presto dedicato un post a parte, quindi non voglio dilungarmi molto… Ma quella che Sandrocchia mi stava offrendo era una visione dal futuro (e quando scriverò il post capirete perché). Sta di fatto che io – innamorata, questa volta, di questo giovane scrittore emergente – ho cominciato a leggere qualunque titolo Giuseppe Culicchia pubblicasse. E poi sono andata a conoscerlo, a un incontro che la biblioteca comunale aveva organizzato per la presentazione di “Paso doble” (bei tempi!)… E dopo l’incontro l’ho rapito e siamo andati a prendere un cappuccino (lui) un the (io e la mia amica Ranj) al baretto di piazza Università dove ogni mattina prendevo il caffè prima delle lezioni di Filologia romanza e Letteratura italiana. Una conversazione fantastica, un pomeriggio che ha avuto del meraviglioso: autografi “sbrizziati” su tutti i suoi libri che avevo portato con me e la sensazione che anche per lui fosse stato piacevole (visto che lo avevo strappato ai professori universitari e ai bibliotecari che volevano spolparselo tutto… E vi risparmio i commenti dei prof che lo aspettavano sotto il suo hotel per portarlo a cena…).
Poi, non so perché, qualche tempo dopo non sono più stata “scientifica” nell’acquistare i suoi libri e un po’ me lo sono perso. Quando ho visto “E così volevi fare lo scrittore“, però, non ho saputo resistere… Anche perché l’argomento della conversazione a quel tavolino del bar era stato proprio questo. Quindi, l’ho afferrato, l’ho comprato e ho cominciato a leggerlo “a tappo” 🙂
Sapevo che non mi sarei trovata davanti a un manuale di scrittura creativa: niente del genere. Piuttosto è una guida sul mestiere di scrivere. Perché diciamoci la verità, al di là del “semplice” saper scrivere (e ammesso e non concesso che si abbiano buone storie da raccontare) ci sono un sacco di cose da sapere, davvero tante tappe da conoscere per “consolidarsi” come scrittori: robe tipo l’ufficio stampa, la costruzione di un caso letterario, la prima presentazione in pubblico… La prima intervista, la consacrazione televisiva (per evitare di rispondere che “l’ispirazione di arriva direttamente dal Cielo. Perché c’è chi lo dice, e con l’aria di crederci sul serio”).
Un po’ un’autobiografia, un po’ una “bibbia” (particolarmente utile in epoca di self-publishing cartaceo e/o digitale dove – forse – i manuali non servono più) per non prendere degli scivoloni dedicato a un pubblico vasto, considerato che in Italia ci sono più scrittori che lettori… Una guida, insomma, destinata a svelare cosa attende gli scrittori dopo la pubblicazione (visto che quella in un modo o in un altro arriva comunque).
Non l’ho ancora finito (e a parte il fatto che – comunque – non vi avrei raccontato la fine, non è un romanzo e quindi non credo sia drammatico esprimere un giudizio a mezza via), ma posso già dirlo: nelle prime pagine ho ritrovato l’amato autore (!) e la sua ironia tagliente e feroce che inizia già con l’individuazione delle tre fasi della carriera letteraria: Brillante Promessa, Solito Stronzo, Venerato Maestro. Però non ci sono solo risate e divertimento, ma anche tante riflessioni, consigli pratici e indicazioni sul mestiere di scrivere e “sul dorato mondo delle Lettere” nate dalla ventennale frequentazione dello stesso da parte di Giuseppe Culicchia che del mondo dei libri ha vissuto proprio tutto: è stato infatti bibliotecario (a Londra), libraio (a Torino), traduttore (anche de “Le avventure di Huckleberry Finn”), curatore di edizione, direttore del Bookstock village della Fiera del libro di Torino, giornalista collaboratore dell’inserto Tuttolibri del quotidiano La Stampa (dove si occupa solo di autori stranieri)… Eccetera eccetera.
Tre curiosità: la prima è che il titolo riprende un verso di Charles Bukowski (che dà il titolo a una raccolta edita da Guanda); la seconda è che le sue prime prove letterarie sono stati alcuni racconti pubblicati nell’ambito del progetto di un’antologia di scrittura giovanile “Under 25” (e precursore di quel movimento letterario pulp italiano che venne definito “Cannibali“), curata da Pier Vittorio Tondelli per Transeuropa nel 1990; la terza, adesso recupero e vado a comprare tutti i suoi libri che non ho ancora letto 🙂
C
(E così vorresti fare lo scrittore di Giuseppe Culicchia, Editori Laterza, pagg. 166, euro 14; disponibile anche in ebook)