Le avventure ai fornelli delle vostre matte ritornano con la recensione del libro che – sul cartaceo – ha dato vita a questa nuova rubrica sul blog, dedicata ai libri di cucina. Questo libro era contenuto nel pacchetto che Umberto Coscarelli (il giovane editore di Ed.it) ha inviato all’attenzione delle matte…
E noi pronte come solo chi sa stare davanti a quattro/cinque padelle che sfrigolano sui fuochi, mentre in forno l’arrosto con le patate fanno la crosticina, ci siamo subito buttate a capofitto nella lettura di un libro che non è esattamente un ricettario (sebbene contenga moltissime preparazioni possibili), non è esattamente un manuale di cucina (nonostante offra non pochi suggerimenti)… Ma piuttosto un manuale di riflessione intorno al cibo e ai legami che questo mostra nei confronti della cultura di appartenenza.
Una prefazione di Carlo Petrini e una nota dell’autrice aprono le sette sezioni e il capitolo conclusivo del libro. E se quest’ultimo si domanda “Cibo è cultura?” (un assioma che troppo spesso tende alla banalizzazione), il resto del libro si interroga su cosa (e quanto) possa una ricetta di cucina raccontare del popolo che l’ha prodotta. Ecco perché – come avvisa anche Calo Petrini – il libro si costituisce come una collazione di “piccole pillole di mondo, di un mondo fatto di sapori e culture”.
Anna Casella Paltrinieri non passa in rassegna con una ricettistica fine a se stessa il folklore, ma racconta in modo antropologico la storia, l’origine e la diffusione di piatti e cibi. Il libro quindi prende le mosse dalla volontà di divulgare il rapporto imprescindibile che esiste fra la conoscenza, l’uomo e il cibo, inteso non solo come nutrimento, ma come trasformazione di prodotti della natura.
Il cibo come conoscenza, dunque. Perché ogni popolo ha fatto della propria tradizione culinaria una bandiera identitaria. Ecco perché nei saggi che anticipano le ricette si approfondiscono la manualità legata alla produzione alimentare, i ruoli maschili e femminili collegati alla capacità di riconoscere e utilizzare i prodotti della terra, lo sviluppo delle tecniche di trasformazione e il rapporto fra uomo e natura.
E fatte tutte queste scoperte, non potevamo fare altro che metterci a cercare i legami culturali che tengono insieme a doppio filo la nostra cultura e i nostri piatti doc.
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(“Sapori & Saperi. Cibi, ricette e culture del mondo” di Anna Casella Paltrinieri/Ed.it/Euro 16, pagg. 233)