Nel martedì dei Matti per le Matte arriva Alessia Grasso, che in questi giorni sta collaborando con la parte lavorativa che c’è in noi. Le piace leggere e allora le abbiamo chiesto di raccontarci uno dei libri che più le sono piaciuti.
Ho letto Fosca di Iginio Ugo Tarchetti a 20 anni, non sapevo a cosa andavo incontro, solo il titolo mi spingeva a leggerlo, quel nome mi incuriosiva e allo stesso tempo mi destava un certo timore!
Giorgio è un militare che a causa di una malattia deve abbandonare il suo ruolo. Si rifugia a casa di un amico a Milano, dove conosce Clara, una splendida donna dai capelli biondi e profumati, elegante, giovane e sana. I due iniziano una storia d’amore che durerà solo due mesi; Clara infatti è una donna sposata. Tuttavia la storia destinata alla parola fine porta con sé numerosi ricordi.
Giorgio, guarito e concluso il congedo, riparte e riprende servizio in un piccolo paese, dove spesso sarà ospite del suo colonnello. E’ qui che conoscerà Fosca, la cugina del colonello, ma la conoscerà in un modo inusuale. Sono i racconti di lei fatti dal cugino della donna, le sue urla, perfino la sua assenza che faranno sì che Giorgio la definisca in un modo piuttosto che in un altro. La donna soffre di una malattia simile all’epilessia, allucinazioni, dolori atroci, tanto da essere descritta dal suo medico come: «la malattia personificata, l’isterismo fatto donna, un miracolo vivente del sistema nervoso».
Poi finalmente, una mattina, Fosca appare! E’ meravigliosamente brutta, estremamente gotica. Si presenta avvolta da un vestiario nero come la morte. Quei vestiti non coprono il corpo di una donna, ma di uno scheletro vivente, ricoperto da uno strato sottilissimo di pelle pallida. Fosca si innamorerà di Giorgio e paradossalmente, il suo amore viene ricambiato dall’uomo. I due vivranno un amore oscuro, lei piano piano esce dalle sue tenebre mentre lui piano piano si incupirà sempre di più, che finisce per succhiare tutto il flusso vitale dell’uomo, tanto che il militare è costretto a prendere una dura decisione!
La vicenda viene narrata da Giorgio a cinque anni di distanza dai fatti; il protagonista racconta prima di Clara, la donna che lo ha guarito, e poi di Fosca, la donna che lo ha fatto ammalare.
Fine anni ’60 del 1800, un autore scapigliato Iginio Ugo Tarchetti ci stupisce con un romanzo dal carattere noir che ha come protagonista una “femme fatale” contrapposta ad una donna angelo. Nel romanzo si mescola amore e morte, passione e distruzione, salute e malattia. L’autore morì prima di concludere l’ultimo capitolo del romanzo. A trovare la conclusione fu Salvatore Farina, amico decennale di Tarchetti.
Io ne sono rimasta colpita. Leggendo senti le urla di Fosca penetrarti nelle orecchie e nel cuore. Fosca non la vedi mai uscire. Senti una profonda curiosità di vederla, ma lei non si fa vedere, si cela, ti fa aspettare, aumenta la tua brama.
Il libro si legge in pochi giorni, ma non puoi fare a meno di alzare gli occhi dalle pagine, la curiosità preme e tu la devi assecondare.
(Fosca/Iginio Ugo Tarchetti/pp.192)
Alessia Grasso