Sto svolgendo un tirocinio da Matta da Leggere e, per cominciare la mia prima giornata, ho deciso di raccontarvi a modo mio un romanzo che già una delle Matte vi aveva consigliato (e che evidentemente merita davvero di essere letto!). Da buona amante dei classici, soprattutto quelli ambientati in epoche diverse da quella che stiamo attualmente vivendo, in un giorno particolarmente freddo, in cui l’unica cosa di cui avevo voglia era mettere da parte il libri universitari e dedicarmi a una lettura piacevole e rilassante, mi sono ritrovata attratta da un divano, una coperta, e un libro che – nonostante abbia letto circa quattro volte – non mi stanca mai: Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.
Se siete attratti anche voi da epoche brillanti come “I ruggenti anni 20” e dell’autore sopracitato (a mio avviso uno dei migliori del suo tempo), allora questo è proprio il libro giusto.
La storia, ambientata appunto nell’estate del 1922, racconta le vicende di un giovane uomo, Nick Carraway, alle prese con la sua nuova vita caotica e per certi versi anche un po’ sfrenata, nella grande città che proprio in quel periodo aveva raggiungo il picco più alto del suo splendore: New York. Proprio qui, Nick si ritrova in mezzo a due realtà parallele: East Egg e West Egg, il primo quartiere abitato dai “nuovi ricchi” (uomini o donne che avevano raggiunto l’obiettivo della ricchezza e della fama attraverso il duro lavoro e i sacrifici); il secondo quartiere quello dei ricchi ereditieri, uomini e donne di fama e potenza ottenute non per merito, ma per lignaggio.
Il protagonista, non facendo parte di nessuna delle due categorie, ma avendo conoscenze in entrambe, – l’amico Jay Gatsby nella prima e la cugina Daisy e il marito Tom nella seconda – viene travolto in una serie di eventi, che non lo coinvolgono in maniera diretta e che faranno intrecciare le due realtà. Jay, infatti è innamorato di Daisy da più di cinque anni. L’aveva conosciuta durante la guerra – quando non aveva abbastanza denaro per sposarla e quando la differenza tra i due risiedeva proprio nella collocazione della classe sociale a cui appartenevano – e si era allontanato da lei per fare fortuna, in modo da poterle offrire la vita agiata che, secondo lui, la ragazza avrebbe meritato; Ma quando era tornato dopo tanto tempo, talmente ricco da poter comprare una villa di fronte a quella della donna amata dove organizzare feste sfarzose ogni fine settimana, a cui partecipava tutta la città, apprende che Daisy si è sposata e che, però, il suo matrimonio è infelice. Le origini della fortuna di Gatsby, però, sono avvolte da un’aura di mistero…
L’amore di Jay per Daisy però, costerà all’uomo un prezzo molto alto. Il marito della donna infatti, nonostante le sia stato spesso infedele, accorgendosi della tresca prova in tutti i modi a mettere in cattiva luce Gatsby per fare in modo di separare i due una volta per tutte.
Sia tutta l’opera in sé e per sé, che il finale di questa, prendono una piega totalmente inaspettata, ma non sarò io a rivelarveli, se vi intriga la trama e avete dunque voglia di leggere questa storia, a mio parere, avvincente, scoprirete in pochissimo tempo tutti i segreti che dietro vi sono celati.
Il libro infatti, oltre ad essere breve e agile, con non più di centocinquanta pagine, è molto scorrevole e intrappola il lettore in una sorta di incantesimo che non gli permette di staccarsi un attimo dalla lettura. Questo perché Fitzgerald, oltre ad avere un modo straordinario di descrivere gli eventi rendendo vivide e piene di dettagli sia materiali che emotivi ogni scena, è in grado attraverso la sua schietta ironia, di presentare in maniera piuttosto fedele, la società del suo tempo, non così bella e splendente come spesso, da altri, viene presentata.
Gaia
(Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Bur, pag. 244, euro 8)