Quando sono a Stromboli, facciamo sempre (almeno) una capatina alla Libreria dell’Isola. Per tanti motivi: perché è una bella libreria, perché le librerie indipendenti vanno finanziate, perché c’è anche il cinema con una programmazione per bambini e adulti, perché c’è un bel giardino, perché è un posto romantico… Potrei continuare, ma mi fermo. Va da sé che quando siamo lì, facciamo anche unna bella scorta di libri. Non solo per Tito, ma anche per me. Quest’anno ero partita ben dotata (avevo cinque o sei romanzi da leggere in valigia) ma non ho resistito all’acquisto del volume Il mio romanzo viola profumato di Ian McEvan.
Il volumetto, agile e leggero, perfetto per la spiaggia, raccoglie in realtà un racconto e un racconto-saggio che si intitola L’io. in qualche strana maniera legato a questo libro sul tema del doppio e sulla possibilità del diventare un’altra persona. Amo Ian McEwan che negli anni è diventato un vero e proprio autore di culto. Oltretutto l’edizione proposta da Einaudi, economica e ben “impacchettata” aveva anche un’invitantissima quarta di copertina: «questa è la confessione di un crimine perfetto». Libro al quadrato e thriller, cosa chiedere di più?
Il mio romanzo viola profumato racconta la storia di due scrittori, amici da sempre, colleghi di studi e con due vite che camminano parallele, finché uno dei due (Jocelyn Tarbet) comincia ad avere successo, mentre il narratore (Parker Sparrow) resta arenato in una triste zona grigia dove i suoi primi romanzi sebbene siano stati apprezzati dalla critica sono già stati dimenticati e (quindi) messi fuori catalogo dagli editori. La vita di Jocelyn complice il successo diventa lussuosa, proprio come la casa in campagna dove si trasferisce (per la prima volta lontano dal suo amico) e la moglie. Il narratore invece, sposato con Arabella e padre di un numero imprecisato di figli, ha una vita modesta con il suo stipendio da insegnante. I due scrittori, però, anche se distanti sono come una famiglia ed entrambi, tutte le volte che pubblicano un nuovo titolo lo inviano all’altro e inizialmente si scrivono anche lunghe lettere di commento ai lavori. Ben presto però Jocelyn smette di scrivere all’amico e Parker intuisce che l’amico non legge più quello che egli gli invia. Come sempre accade però, c’è un momento in cui Jocelyn, non soddisfatto del proprio lavoro si deprime e decide di allontanarsi da casa per un po’. Chiede all’amico di prendersi cura della sua villa finché sarà via. In sua assenza Parker legge il manoscritto dell’amico e se ne innamora: è il miglior libro che Jocelyn abbia mai scritto e garantisce la fama e l’accesso alla posterità… Così se ne appropria e mette in piedi il crimine perfetto, complice una ormai vecchia e assodata abitudine dell’amico.
Carla
(Il mio romanzo viola profumato di Ian McEwan, Einaudi, pag., euro 5)