Ogni tanto ci piace fare le giornaliste anche su questo blog. Così, quando mi è capitato fra le mani il rapporto dell’Istat sulla produzione e lettura di libri, non ho resistito e ho deciso di scrivere un post sull’argomento. Questo perché i dati, anno dopo anno, sono sempre più sconfortanti.
La percentuale di lettori, infatti, è in caduta libera e se nel 2013 la quota di chi legge libri era scesa dal 46% al 43%… Nel 2014, questo dato è precipitato ancora fermandosi a uno sconfortantissimo 41,4%. Il che significa che meno della metà della popolazione ha dichiarato di aver letto almeno un libro, nei 12 mesi precedenti l’indagine compiuta dall’Istat, per motivi non strettamente scolastici o professionali.
A leggere più nel dettaglio i dati emerge anche che la popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura (complessivamente il 48% delle donne ha letto almeno un libro nel corso dell’anno contro il 34,5% degli uomini). Insomma, l’Italia risulta essere un Paese dove la cultura e la lettura non trovano terreno fertile dove prosperare… E allora da ex libraia che tanto si è impegnata nella promozione del libro e della lettura nella sua città, cosa occorre fare e come bisognerebbe intervenire per far sì che si verifichi un cambio di tendenza?
Certo, sarebbe necessario fare qualcosa. Ma questo qualcosa non può nascere solo da un’iniziativa privata com’era il Festival che organizzavo (e che coinvolgeva oltre 50 scuole sul territorio della provincia di Catania) e che in tutta la Regione contava più di 100 appuntamenti per ogni edizione. Servirebbe un impegno da parte delle Istituzioni. Non è un caso, infatti, che la fascia d’età in cui si legge di più sia proprio quella tra gli 11 e i 14 anni (il 53,3%), il periodo della Scuola secondaria di I grado dove sono numerosissime le insegnanti impegnate sul fronte della promozione dell’amore per il libro. Un dato rafforzato dal fatto che – e a dirlo sono proprio i dati rilasciati dall’Istat – la propensione alla lettura è fortemente influenzata dall’ambiente famigliare (se entrambi i genitori sono lettori il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni legge contro il 32,7% di quelli con genitori che non leggono).
Altro tasto dolens, è che nel Mezzogiorno si legge meno che nel resto del Paese (ma io ed M non la alziamo questa media? Perché l’Istat non intervista noi?). Al Sud, infatti meno di una persona su tre ha letto almeno un libro: e le due quote sono il 29,4% contro il 31,1% per il Nord. Inoltre, (arghhh!!!) la maglia nera la indossa proprio la Sicilia dove il 71,8% dei siciliani non ha letto niente (ma proprio niente).
Ci conforta il fatto che almeno lo zoccolo duro dei “lettori forti” (ossia quelli che leggono in media almeno un libro al mese) regga con il suo 14,3%: una categoria sostanzialmente stabile nel tempo.
Ma il dato che ci ha gettate nel baratro dello sconforto più profondo è quello relativo alle famiglie: 1 su 1 (il 9,8%) non ha alcun libro in casa (in Sicilia questo numero sale fino al 18,1%) e il 63,5% ne ha al massimo 100. Per piacere, date il nostro numero di telefono all’Istat e fateci entrare dentro questa indagine perché vogliamo risollevare i dati su questo Paese.
A questo punto, però, vi chiediamo: Voi quanti libri avete letto negli ultimi 12 mesi? E quali?
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