Vi ricordate che qualche tempo fa (per la precisione qui e qui) vi ho parlato della mia passione per la fisica? Bene, se vi siete divertiti anche voi, ecco un altro titolo col quale divertirsi (e non poco): La fisica del diavolo di Jim Al-Khalili.
Il volume è costruito intorno a nove paradossi (in alcuni casi solo apparentemente) insolubili che il fisico teorico ha deciso di utilizzare per spiegare come funziona la scienza: da Zenone con Achille e la tartaruga (paradosso che in realtà nasconde un insospettabile risvolto quantistico) al paradosso di Olbers che parte da una delle domande che ogni bambino a un certo punto della sua vita pone al suo papà: “perché di notte fa buio?“… E vi sembrerà incredibile, ma dietro la risposta a questa domanda si nasconde una delle più eclatanti scoperte della fisica contemporanea (una risposta che era lì alla portata di tutti fin dagli albori dei tempi, ma che è stata trovata solo pochissimo tempo fa… anticipata di circa 100 anni da Edgar Allan Poe in Eureka: un poema in prosa). E poi c’è il diavoletto di Maxwell che ci spiegherà perché il secondo principio della termodinamica regola l’intero moderno paradigma scientifico, il povero gatto di Schrödinger che è vivo e morto allo stesso tempo (almeno finché non interverrà un’osservazione dall’esterno), gli strani casi degli oggetti che si accorciano viaggiando e del tempo che si dilata e si contrae a suo piacimento (un paradosso individuato da un’intuizione di Enrico Fermi)… E persino la vita extraterrestre.
Proprio per questo il libro è divertente, stimolante e anche ironico perché ha la capacità di sconcertare con soluzioni insperate e accumulazione di elementi imprevedibili e soprattutto vi solleticherà il cervello alla ricerca di un chiarimento che (quasi) in tutti i casi arriverà grazie a quello che potremmo definire il lato imprevedibile della fisica che ama prendere in giro l’umanità. E non crediate che si tratti di un libro per iniziati. Anzi, la grande capacità comunicativa dell’autore lo rende un libro perfetto agli umanisti che vogliano dare (o ridare) una struttura e chiarezza alle metafore e alle allegorie che certamente utilizzano (o hanno utilizzato almeno una volta in passato), leggi cui siamo tutti soggetti e che quindi è meglio conoscere a menadito. Una lettura divulgativa davvero godibile, perché cultura umanistica e rigore scientifico non sono necessariamente due compartimenti stagni e non si escludono vicendevolmente, anzi. Del resto i poeti guardano le stelle e si interrogano sul significato della vita e sulla storia dell’universo da sempre… forse proprio da quando c’è stato il Big Bang e tutto ha avuto inizio. La prova del Big Bang? Sta nel concetto di infinito e nella certezza che di notte faccia buio e si possano vedere le stelle… o meglio la luce di quelle stelle che ha già fatto in tempo a raggiungerci (in 14 milioni di anni). E se non mi credete, leggete questo volume 😛
C
(La fisica del diavolo di Jim Al-Khalili, Bollati Boringhieri, pag. 258, euro 20)