Torna sulle pagine delle Matte da Leggere, uno fra i primi ad aver accolto l’invito a diventare un Matto per le Matte: Giuseppe Raciti. Oggi per noi ha recensito La sposa giovane, uno fra i libri di Alessandro Baricco che la Matta C lamenta di non aver ancora letto e che sembra muoversi sugli archetipi più potenti della letteratura di ogni tempo e ogni luogo. Qualche tempo fa, Giuseppe aveva deciso di raccontarci di un libro molto particolare: Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo. Se non avete ancora letto il suo primo suggerimento, eccovi il link al suo precedente articolo Matto.
Cominciamo con due curiosità. La prima legata alla copertina che – grazie alla collaborazione con l’illustratore Tanino Liberatore – non è una ma sono due che differiscono per il tipo di carta. La seconda è che il libro dello scrittore torinese Alessandro Baricco è fresco fresco di stampa, a pochi mesi dalla pubblicazione della piéce teatrale in due atti Smith & Wesson.
E adesso, diamo uno sguardo alla sinossi: “Siamo all’inizio del secolo scorso. La promessa Sposa è giovane, arriva da lontano, e la Famiglia la accoglie, quasi distrattamente, nella elegante residenza fuori città. Il Figlio non c’è, è lontano, a curare gli affari della prospera azienda tessile. Manda doni ingombranti. E la Sposa lo attende dentro le intatte e rituali abitudini della casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine. C’è in queste ore diurne un’eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all’ansia, allo spasimo delle ore notturne, che, così vuole la leggenda, sono quelle in cui, nel corso di più generazioni, uomini e donne della famiglia hanno continuato a morire. Il maggiordomo Modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della comunità. Lo Zio agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo abbandona neppure durante le partite di tennis. Il Padre, mite e fermo, scende in città tutti i giovedì. La Figlia combatte contro l’incubo della notte. La Madre vive nell’aura della sua bellezza mitologica. Tutto sembra convergere intorno all’attesa del Figlio. E in quell’attesa tutti i personaggi cercano di salvarsi”.
Probabilmente ciò che ci attrae dei romanzi di Alessandro Baricco è il fatto che sono destinati a diventare delle performance teatrali, televisive o lezioni accademiche. In ogni caso la sua scrittura prende la via della trasposizione orale.
Questo è un romanzo che in qualche modo segue la strada dei sogni. Personaggi, oggetti, dialoghi e luoghi sono frutto di un’operazione stilistica capace di trascinare il lettore verso qualcosa di indefinito dandogli una sensazione di incertezza. Si procede così attraverso la lettura come in un grande oceano, navigando a vista e aggiungendo alla storia un mattoncino dopo l’altro, soffermandosi su alcune situazioni per poi ritornare indietro nella narrazione.
I personaggi, componenti di una famiglia benestante, hanno delle caratteristiche particolari.
La Madre si avventura su dei sillogismi imperscrutabili non tenendo conto di quasi tutto ciò che le sta intorno, il Padre cambia continuamente umore,ci sono momenti in cui è bonaccione e momenti in cui è feroce, lo Zio sembra il bello addormentato nel bosco che si sveglia soltanto per brevi intervalli, la Figlia è completamente trasandata, il maggiordomo invece come suggerisce il suo stesso nome è un tipo Modesto. Tutta l’azione si svolge in una sontuosa casa italiana i cui abitanti passano il tempo tra colazioni interminabili e accogliendo ospiti di passaggio.
Il Figlio non c’è, è in Inghilterra ad occuparsi dell’azienda tessile di famiglia, quando in casa arriva la Sposa giovane. Lei ha diciotto anni, lui qualcuno in più, si sono visti una volta sola, e visto che è passato un pò di tempo dall’ultima volta che la ragazza è entrata nella grande casa tutti si sono dimenticati sia della sposa che del matrimonio.
In attesa del ritorno del Figlio, la Sposa giovane viene educata all’arte della seduzione dalla Madre, senza alcuna discrezione. Nello stesso tempo scopre l’anima poetica dello Zio, che svegliatosi dal lungo sonno mostra alla ragazza il segreto custodito tra le mura della casa. Prima che lo Sposo faccia rientro a casa, tutto quello che deve succedere inevitabilmente si compie. Il finale, come sempre succede nelle opere di Alessandro Baricco, nasconde l’inevitabile colpo di scena.
In questo romanzo l’autore ritaglia per la prima volta un piccolo ruolo per se stesso: la sua voce diventa personaggio del romanzo, parlando talvolta in terza persona, talvolta in prima persona, personificando a turno i diversi protagonisti.
Uno scrittore come Baricco, non si legge tra le righe ma emerge prepotentemente tra le pagine del libro, mostrando anche questa volta una nuova faccia, confermando la sua immensa bravura.
Giuseppe Raciti