Come sapete, qualche giorno fa, ho avuto l’onore e il piacere di presentare due amiche che hanno deciso di imbarcarsi in un’avventura insieme. Una di queste amiche è Paola Cannatella, di cui vi ho raccontato tante volte, in occasione delle presentazioni di tutti i suoi precedenti lavori da fumettista… L’altra amica è la collega Laura Silvia Battaglia che si è fatta convincere da un’intuizione di Paola che nell’intrecciarsi della vita lavorativa e vita personale di Laura Silvia ha visto un grandissimo potenziale: raccontare lo Yemen e la sua storia da reporter in quel Paese arabo dilaniato dalla guerra troppo spesso noto solo in quanto luogo di addestramento dei terroristi, o dei rapimenti di turisti e giornalisti. L’intento, va da sé, non è negare questa realtà ma raccontare anche l’altro Yemen di cui si conosce davvero pochissimo… E cercare di superare e abbattere i muri innalzati dal pregiudizio che alberga in tutti noi.
La sposa Yemenita, esperimento riuscitissimo di graphic journalism, è tenuto insieme da una cornice – situata temporalmente nel 2015 – che vede Laura Silvia a pochi giorni dal suo matrimonio. Da qui so torna indietro nel tempo, con un ricordo di un’occasione vissuta dalla giornalista e documentarista catanese di assistere a una delle tre giornate del matrimonio tradizionale yemenita, il giorno in cui la sposa mostra l’abito nuziale alle amiche e alle donne che parteciperanno alle nozze. Vietato fotografare per qualunque motivo… Ed è stato proprio per questa ragione che il matrimonio di Jamilla è stata la prima storia ad essere raccontata dalle matite di Paola Cannatella (sceneggiatrice e regista di questa operazione editoriale). E dal grande successo avuto da questa storia a fumetti, dove Laura Silvia è presente e protagonista (contrariamente a quanto accade a un giornalista quando scrive i propri reportage) nella sua versione a fumetti creata da Paola per dare un’immagine nuova al blog di Laura, Battgirl, che è nato un progetto più grande, articolato su tre piani narrativi, distinti da tre colori differenti sulle tavole: il rosso (per le storie della quotidianità), il giallo (per i temi religiosi), il blu (per i reportage).
Un esperimento di graphic journalism riuscitissimo che ricongiunge i fili tra i luoghi che stregarono Pier Paolo Pasolini che – descrisse la capitale yemenita Sana’a come una Venezia su polvere (e che lo portarono a girare i suoi film storici in questa terra) – e le immagini di guerra che oggi vediamo al telegiornale… mostrandoci uno Yemen straordinario, tutto da scoprire, ricco di cultura e contraddizioni. Il salto temporale tra il 2015 e oggi è colmato da una postfazione di Laura Silvia. Il lavoro di Paola è stato possibile grazie a una documentazione accurata, alle fotografie fornite da Laura Silvia e alla grande sintonia che si è creata fra queste due donne speciali… perché scrivere un libro a quattro mani non è per niente facile… a maggior ragione quando si sceglie di usare un medium inconsueto per dei temi così difficili che però ha il vantaggio di stemperare i toni e di accorciare le distanze con i lettori.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo alla cornice… Perché nella storia che apre il volume Laura Silvia riceve una rosa rossa (l’equivalente del lancio del bouquet ai nostri matrimoni), profezia che sarebbe stata la prossima a sposarsi. E così è stato, con un giovane yemenita insegnante nella scuola dove ha studiato arabo. E il cerchio per adesso si è chiuso… Speriamo che le autrici vogliano raccontarsi e raccontare ancora. Acquistatelo e leggetelo, vi innamorerete del libro, delle autrici, e dello Yemen 🙂
Carla
(La sposa Yemenita di Laura Silvia Battaglia e Paola Cannatella, Beccogiallo, pag. 144, euro 16)