Ve lo avevo promesso qualche post fa, ma poi sono stata preda di altri desideri e ho scritto d’altro. Oggi però, mi sono decisa e vi racconterò di un’altra piacevole lettura estiva: La zuppa di Kafka. Storia della letteratura mondiale dalle origini a oggi in 16 ricette di Mark Crick.
Probabilmente, quest’estate ho scelto di leggere tante raccolte di racconti perché la mia attenzione alla lettura era spezzata da tante preoccupazioni e dal lavoro sulla tesi di dottorato. Inoltre, il cucciolotto adorato, non si fa quelle “panzate di sonno” di cui tutti mi avevano parlato, garantendomi che nei primi mesi di vita di Tito Vincenzo avrei potuto ricominciare a leggere/scrivere e bla bla bla. Anzi. I riposini di Bubù sono di una brevità disarmante, giusto il tempo di scrocchiarsi la schiena, fare pipì, prendere un libro e leggere qualche pagina… E zac! Il bimbo è già sveglio. Il racconto, quindi, si è rivelato un genere particolarmente adatto ai miei tempi di lettura, fatte salve ovviamente le mie esigenze specifiche per farmi piacere il genere stesso.
E rispetto a Il sifone di Sartre, gli esercizi di stile de La zuppa di Kafka, a mio avviso sono ancora più sfiziosi. Forse perché si è trattato del primo esperimento/esercizio di stile, forse perché – a differenza delle riparazioni e degli interventi di bricolage, un po’ datati e imprecisi – le ricette sono davvero riproducibili: Agnello in salsa di aneto di Raymond Chandler; Uova al dragoncello di Jane Austen; Moules Marinières di Italo Calvino; Zuppa veloce di miso di Franz Kafka; Supertorta al cioccolato di Irvine Welsh; Tiramisù di Marcel Proust; Coq au vin di Gabriel García Márquez; Risotto ai Funghi di John Steinbeck; Galletti disossati e farciti di Marchese de Sade; Clafoutis grand-mere di Virginia Woolf; Fenkata di Omero; Pollo alla vietnamita di Graham Greene; Rösti di Thomas Mann; Sogliola à la dieppoise di Jorge Luis Borges; Crostini al formaggio di Harold Pinter; Torta di cipolle di Geoffrey Chaucer.
Insomma, a scrivere di cucina sono grandi scrittori, o meglio è Mark Crick che ne imita magnificamente gli stili. A dimostrazione del fatto che una ricetta non è solo un insieme di istruzioni da riprodurre, ma porta con sé l’anima di chi ce la spiega o ce la racconta. E così la parodia gastronomica si immerge nella letteratura e si canta l’appetito funesto del elide Achille o si stende la ricetta delle cozze alla marinara come nell’incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore. E si scopre anche che gli “appetiti” del Marchese De Sade non sono relativi solo alle carni giovani donzelle, ma anche a quelle dei galletti farciti e chi potrebbe dimenarsi fra “polveri” bianche e scure per dare vita a una torta da “sballo” se non l’allucinato autore di Trainspotting?.
Un divertissement gastronomico e letterario, ma anche artistico e visivo visto che ogni racconto è accompagnato da un’illustrazione che imita lo stile di un grande artista. Una vera chicca di falsi d’autore di qualità, non solo per gli appassionati di letture e di libri al quadrato, ma anche per gli amanti della buona cucina.
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(La zuppa di Kafka di Mark Crick,Ponte alle Grazie, pag 113, euro 10)