Ci sono mondi che non conosciamo, lontani, completamente diversi dai contesti in cui siamo abituati a vivere e che poi per una serie di coincidenze ci incuriosiscono. In questo periodo mi è capitato di leggere diversi libri scritti da autori giapponesi che, per forza di cose, parlando di quel paese tanto lontano dove forse un giorno riuscirò ad andare.
Le quattro casalinghe di Tokyo, di Natsuo Kirino (Neri Pozza Editore), è un consiglio della libreria Vicolo Stretto, che ho accolto per l’entusiasmo con cui mi è stato presentato. Nelle sue 625 pagine racconta le storie di quattro donne che vivono una vita monotona che ad un certo punto viene stravolta totalmente e che fa evolvere i loro rapporti, ma anche la consapevolezza che ognuna ha di se stessa.
Yaoyoi, come le altre, lavora di notte, in uno stabilimento che produce cibi freschi confezionati. Fanno turni massacranti, vivono quando il resto del mondo dorme, e dormono quando tutti gli altri sono a lavoro e conducono le vite di tutti i giorni. Come le altre Yaoyoi è insoddisfatta del suo lavoro, ma anche della sua vita familiare. Ha due figli, ma il marito dilapida i loro risparmi sui tavoli da gioco, bevendo e seguendo donne impossibili, così un giorno reagisce alle dure parole dell’uomo togliendosi la cinghia dei pantaloni e stringendola al collo del suo compagno fino a lasciarlo a terra senza vita. Non ha un attimo di esitazione, è furiosa e stringe fino a togliere al marito l’ultimo respiro. Dopo l’omicidio il problema principale è quello di sbarazzarsi del cadavere. Per questo la donna chiama Masako, un’amica, una collega di lavoro, una donna saggia, alla quale racconta della sua furia, della sua rabbia. Bisogna fare sparire il corpo e, coinvolgendo Yoshie, cominciano a farlo a pezzi per poi farlo sparire in dei sacchetti dell’immondizia disseminati per la città, con la complicità di una quarta donna. Poi sembrano condurre normalmente le loro vite, come se nulla fosse successo, fino alla prossima determinazione.
E’ un libro cupissimo, cattivo, arrabbiato che descrive una figura di donna costretta a sottostare alle regole di una società in cui sono gli uomini a comandare, anche quando la ragione non prevale. Non c’è compassione, non c’è quasi nessuno sprazzo di dolcezza, ma solo decisione e determinatezza, che però le quattro protagoniste riescono a mettere solo in questo progetto che le vede coinvolte insieme. Perché le loro vite sono terribili, ognuna di loro tira a campare, i problemi di denaro sono quotidiani, vivono leggermente sopra la soglia della povertà e arrancano.
Mi ha turbato un poco. Le descrizioni dell’omicidio, dello smembramento del corpo, sono dettagliatissime, tanto che in alcuni punti ho dovuto chiudere le pagine, e anche gli occhi, come se la scena stesse avvenendo proprio sotto il mio sguardo. Eppure il ritmo è serratissimo, e ti impone di riprendere subito dopo.
Le quattro donne in realtà, come ho detto, non sono casalinghe. Il titolo originale del libro è Out. Sono intrappolate in delle vite dalle quali non riescono ad uscire e vivono una profonda solitudine che le vede separate totalmente da quello che dovrebbe essere l’ambiente più protetto, la famiglia.
(Le quattro casalinghe di Tokyo/ Natsuo Kirino/ Neri Pozza Editore/ pp 625/ € 14,00)
Mari