Il libro di cui vi parlo oggi è il secondo che ho letto per il gruppo di lettura che la libreria Vicolo Stretto organizza a Catania una volta al mese. Non avete idea di quanto ho aspettato che il gruppo si riunisse per la seconda volta, ero entusiasta all’idea di potere parlare di quello che avevo letto, ma ancora di più lo ero all’idea di quello che avrebbero raccontato i miei compagni di avventura. Per di più le nostre impressioni ce le siamo scambiate tenendo in mano una tazza di the caldo e con una luce soffusa che creava l’atmosfera giusta. Ora mi tocca fare il conto alla rovescia per il prossimo incontro.
L’eleganza del riccio, in italia con Edizioni E/O, è il libro dell’autrice francese Muriel Barbery. Ne avevo sempre sentito parlare, ma non lo avevo mai considerato per inserirlo nei miei buoni propositi di lettura (il gruppo serve anche a fare questi piccoli miracoli).
Il romanzo è un doppio diario, da un lato Renée, una portinaia cinquantaquattrenne che non è quello che dice di essere e che, tra una commissione e un’altra si rifugia in una stanza piena di libri con la compagnia di un gatto Lev, che è una storia vivente; dall’altro Paloma, una bambina di 12 anni, che osserva il mondo con gli occhi di chi sa che ogni giornata bisogna iniziarla con coraggio e con un pizzico di furbizia in più rispetto agli altri, sia che si tratti di suoi coetanei sia che si tratti di adulti.
Entrambe vivono al numero sette di rue de Grenelle, a Parigi, ma la prima vive nella portineria, l’altra in uno dei sontuosi appartamenti abitati solo da ricchi francesi. Tra loro sembrano esserci differenze estreme, ma entrambe stanno cercando la via giusta per raggiungere la felicità,o quello stato d’animo di serenità al quale molti ambiscono, ognuna lo fa a modo suo.
Mentre la prima è impegnata a far sì che nessuno si accorga di lei e anzi cerca di rispettare tutti gli stereotipi della portinaia che passa la sua giornata a guardare la televisione, l’altra ha deciso che il futuro non è per lei e che, nel giorno del suo tredicesimo compleanno si toglierà la vita, per evitare di seguire le orme di quelli che per lei sono solo stereotipi di adulti.
Le due esistenze si trovano intrinsecamente legate con l’arrivo di un nuovo inquilino, monsieur Ozu, un sessantenne giapponese che, senza troppa difficoltà prima svelerà le vere passioni che si nascondono dietro alla donna e alla bambina, e poi fungerà da collante, per farle avvicinare.
Leggendo questo libro ho pensato di leggere qualcosa di teatrale, del resto le porte di questo condominio, che si aprono e che si chiudono e che fanno passare attraverso le storie di questi uomini e di queste donne, sembrano essere ognuna delle scene, a volte a se stanti.
Il libro è serio, ma anche divertente con la giusta dose di ironia con la quale sono costruiti alcuni monologhi, cosa che rende ancora più ferma la mia idea di definire questo libro perfetta commedia teatrale.
E’ sicuramente uno di quei libri che le Matte definiscono “al quadrato”, del resto gli scrittori russi, ma anche quelli giapponesi, non solo vengono citati apertamente, ma fanno parte dello scheletro di moltissime riflessioni dei protagonisti.
Stavolta, come non faccio di solito, finisco con una frase del libro. Paloma sta chiacchierando, dentro l’ascensore rotto, con monsieur Ozo e dice “Madame Michel (Renée) ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti infinitamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti“.
(L’elegenza del riccio/Muriel Barbery/ Edizioni E/O/ € 9,90/ pp 335)
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