L’invenzione della madre di Marco Peano (Minimum Fax) è un libro che fa bella mostra di se al CUB – Castello Ursino Bookshop. Per tanto tempo non ho voluto guardarlo più di tanto, anche perché avevo letto la terza di copertina, qualcuno mi aveva detto che era davvero pesante,con libri di questo genere non volevo avere assolutamente a che fare. Ho cercato leggerezza per un po’, o comunque storie che potessi consumare nel modo che ho cercato per un determinato periodo di tempo. Poi un pomeriggio al bookshop c’era abbastanza tranquillità e ho cominciato a camminare in lungo e in largo cercando di capire come impiegare un po’ di tempo. Ho spolverato, ho sistemato i libri che avevano perso la loro posizione originali (quasi fossero animati di vita propria), ho raddrizzato le calamite, ho navigato un po’ su internet e poi alla fine sono finita nella sezione narrativa della nostra libreria. L’invenzione della madre me lo sono trovato davanti quasi subito e così me lo sono portato al bancone, posandolo lì accanto a me indecisa sul da farsi.
Non ero certa di volermi tuffare in un libro che prometteva di farmi sperimentare la sensazione della perdita di un affetto così caro. Il libro racconta la storia di Mattia, della sua donna e di suo padre, che vivono o sopravvivono dopo avere scoperto che la madre morità a breve. I capitoli sono brevi eppure in ognuno si sente presente la morte, quella “cosa” che aleggia su tutti noi e con la quale, quando cresciamo, abbiamo a che fare quasi quotidiamente, facendo pensieri, sapendo di una persona vicina o lontana che è venuta a mancare, cominciando a considerarla come qualcosa che esiste e con la quale un giorno bisognerà avere a che fare. Mattia è perso in questo viaggio, che sembra svolgersi tra il sogno e la realtà, ricompone il suo passato, vive il suo presente. Sente forte il senso della perdita e si adatta alla situazione di orfano, vera e in fieri, come se questa fosse quasi una nuova rinascita.
Il legame con la madre è fortissimo. Come potrebbe non esserlo. Eppure ci sono dei momenti, dei capitoli, in cui Mattia e sua madre sembrano lontanissimi, come se l’uno avesse creato un muro per tenere lontano l’altro senza neanche sapere di averlo fatto.
Il dolore di Mattia mi ha creato disagio, ecco. Mi ha fatto riflettere su argomenti che tengo nascosti in qualche angolo della mia mente e che sarebbero applicabili ad ognuna delle persone che amo.
Diciamo che ho confermato il mio timore iniziale. Per quanto il libro sia stupefacente, le riflessioni che mi ha generato hanno messo da parte, per molto tempo il valore di quello che stavo leggendo, in silenzio, senza quasi sentire quello che succedeva attorno a me.
E’ stato davvero difficile arrivare fino alla fine.
(L’invenzione della madre/ Marco Peano/ Minimum fax/ pp 280/ € 14,00)
Mari