Visto che le Matte, in questo periodo sono abbastanza “fumettose”, questo romanzo mi sembra perfetto. Un romanzo, questa volta, ma che ci permette in qualche modo di restare in tema.
In tanti dei miei posto vi ho parlato del mio amico Edy, altrimenti noto come “il mio personalissimo spacciatore di fumetti”. Potrete quindi immaginare la mia sorpresa, quando sugli scaffali di quella che fu la mia libreria arrivò un romanzo, scritto da Pierdomenico Baccalario (uno fra i miei autori preferiti, in assoluto e in particolare nel segmento editoriale dedicato ai ragazzi), dal titolo “Lo spacciatore di fumetti”.
A pubblicare questo fantastico romanzo è Einaudi ragazzi in una collana, creata appositamente per i pre-adolescenti, di nome “Carta bianca”.
Il romanzo è ambientato a Budapest nel 1989. Il protagonista è un 15enne di nome Sándor Folesi, uno spacciatore di fumetti (state tranquilli non sto svelando nulla, visto che è il terzo capoverso del primo capitolo). Sándor è un adolescente tipo, molti timori e molto coraggio insieme, tanta timidezza che racchiude sotto un grande giaccone militare. Ma proprio il giaccone è il suo segreto: ha una tasca nascosta, una specie di “doppio fondo” dove nasconde i fumetti che ogni 11 del mese alle 17 in punto il signor Mikla Francia Kiss (ma sarà davvero il suo nome?) gli consegna dopo averli importati di straforo. Le sue ansie crescono quando, lungo il percorso di rientro a casa, Sándor incrocia dei poliziotti; allora si stringe nel giaccone, un po’ annoiato, un po’ infastidito e anche con le spalle leggermente curve (come chi ha imparato a ubbidire), allunga il passo – ma senza affannarsi troppo, per non destare sospetto… ci vuole la velocità giusta – e spera che non le guardie non lo fermino per un controllo (altrimenti sarebbe un guaio). Ogni 11 del mese, insomma, Sándor ritira la propria “lista dei desideri” e consegna al misterioso “contatto” un nuovo elenco di titoli desiderati da lui e dagli amici.
Sándor, innanzitutto, condivide il “bottino” con i suoi amici più fidati: Nikolai (che sostiene di poter diventare invisibile e forse è vero), Bibo (il taciturno) e Zio Babo (che lavora in officina). Solo dopo la lettura personale, i fumetti vengono venduti o scambiati con gli amici degli amici.
La parola “spacciatore” ha in sé una connotazione negativa. Si spaccia qualcosa di illegale, proibito, vietato. Ma Mikla Francia Kiss è un personaggio positivo che consegna nelle mani di un adolescente luoghi immateriali che il regime in atto in Ungheria altrimenti gli precluderebbe. Non vuole neanche che Sándor lo paghi. Il ragazzo non capisce neanche con precisione perché in Ungheria i fumetti siano vietati, non capisce l’etichetta con cui gli insegnanti bollano i suoi tanto amati albi: “propaganda americana” per Sándor non significa proprio niente… “spazzatura” (l’altro epiteto riservato ai fumetti) lo capisce benissimo. Sándor si sente fiero di essere un “contrabbandiere di storie”; il suo rischio è appagante.
Ovviamente nel romanzo si racconta molto di più. Si racconta della sera in cui Nikolai e Sándor iniziano a rielaborare le loro avventure in un fumetto (il loro eroe/alter ego si chiamerà Fox Gray). Si racconta di un’amicizia che li rende inseparabili. Si racconta di violenza, di dolore, di sofferenze senza confini, di coraggiose imprese, di fughe in bicicletta, di falsi amici, di tradimenti, di mondi fantastici e della caduta del regime. E poi si racconterà del futuro. Ma vi ho già raccontato troppo e, quindi, mi fermo qui. Nel frattempo, però, mi è venuto in mente che forse non ho mai “spacciato” questo libro al mio amico Edy. E adesso che faccio: glielo regalo a Natale… Oppure visto che è un follower del blog devo cambiare progetto?