Da oggi posso dire ufficialmente di avere rovinato un libro e non ne vado fiera.
Solitamente sto molto attenta ai libri che leggo, soprattutto perché poi tengo a riporli con delicatezza nella mia incasinatissima libreria. Stavolta invece è successo un disastro.
L’uomo del sole di Jeffery Deaver (Rizzoli), l’ho comprato credo tre o quattro mesi fa, forse anche di più. Ho cominciato a leggerlo quasi subito. Ho finito di leggerlo venerdì scorso.
Un tempo infinito davvero, un tempo in cui ho letteralmente consumato il libro e, non fosse stato per il fatto che avevo riposto su un tavolo la copertina di carta che ricopriva il cartoncino spesso del libro, adesso avrei in libreria qualcosa che sembra avere almeno cento anni. Confesso inoltre di non avere ritrovato la copertina di cui sopra con estrema facilità, era seppellita da altri libri e altre cose delle quali mi chiedo oggi l’utilità 🙂
Me lo sono portato dietro in metropolitana, l’ho letto al mare, in ufficio, l’ho messo in borsa per non farci nulla, l’ho letto a casa, in terrazza e a letto, ci ho mangiato dentro e ci sono le prove, ho quasi minacciato mia madre di morte quando le ho visto il libro in mano senza che io avessi finito di leggerlo 🙂 Insomma a L’uomo del sole ho fatto fare una vitaccia, ma in fin dei conti lui, il libro, la vitaccia l’ha fatta fare anche a me, con una trama che definire ingarbugliata non potrebbe rendere giustizia al fatto che ad ogni pagina esce un nuovo personaggio e ad ogni pagina la storia si ribalta.
L’uomo del sole, titolo originale The Lessons of Her Death (chi conosce un poco di inglese adesso può ridere insieme a me), è uno dei libri che Deaver ha scritto negli anni novanta e che, in America, in quel periodo è uscito. Anche se una cosa posso dirvela subito, anche se è evidente l’assenza di cellulari di super computer e di tecnologia dei giorni nostri, ad una lettura neanche troppo superficiale nemmeno ve ne accorgereste che in realtà si tratta di un tuffo del passato, perché i riferimenti all’ambiente esterno sono davvero pochissimi, le descrizioni dei luoghi quasi nulle.
Il protagonista è Bill Corde, un poliziotto che deve svelare cosa c’è dietro l’omicidio di Jennie, una studentessa dell’università del luogo, la Auden. L’omicidio, in un primo momento, viene scambiato per il rituale di una setta, ma la verità non sta in questa ricostruzione e Corde ci mette poco a seguire un’altra pista. Sembra che la giovane studentessa infatti intrattenesse relazioni con diversi studenti dell’ateneo, ma anche con professori e sembra anche che le sue simpatie fossero sia per gli uomini che per le donne. Ma Corde ha anche una famiglia, che non sembra essere la tipica famiglia americana. Partiamo dalla figlia Sarah, una bimba di nove anni con problemi nell’apprendimento che si è costruita un mondo che non esiste, popolato però proprio dall’Uomo del Sole che comincia a mandarle bigliettini nei quali le suggerisce di fuggire di casa. Ad un tratto sembra poi che nell’omicidio ci sia coinvolto anche l’altro figlio di Corde, Jamie, apparentemente figlio e studente modello, viene collocato sul luogo del delitto e per lui cominciano anche gli interrogatori.
Se siete di quelli che i libri di Jeffery Deaver li avete letti tutti o quasi, come me, allora compratelo, leggetelo (un po’ più velocemente di me magari) e poi mettetelo in libreria, non credo che proverete forti emozioni. Se invece cercavate solo uno spunto di lettura allora posso dirvi che questo non è uno dei libri migliori di Deaver che sicuramente ci ha abituato a libri di qualità e intensità superiori. Insomma potete scegliere anche un altro titolo della sua collezione, questo è il mio suggerimento.
(L’uomo del sole/ Jeffery Deaver/ Rizzoli/ € 19,00/ pp 556)
M