Questo libro è stato catartico.
Non l’ho amato, ma non posso neanche dire di averlo odiato, so però che è stato un libro da riflessioni.
Maschio Bianco Etero (J. Niven – Einaudi), l’ho comprato lo stesso giorno in cui ho portato casa A volte ritorno, del resto l’autore è lo stesso e volevo farmi una vera e propria overdose. Che ci posso fare sono così, o tutto o niente. Anche se con questo la mia parentesi Niven è momentaneamente chiusa.
Ad un primo approccio ho pensato di leggere un romanzo del genere chick lit, ma al maschile, poi però pian pianino ho ritenuto che si trattasse di qualcosa di un po’ più profondo…diciamo così.
Kennedy Marr è il protagonista 44enne del libro. Nato in Irlanda vive invece ad Hollywood. Perché? Perché fin da piccolo voleva fare lo scrittore e ci è riuscito. Grazie a tanti sacrifici, non certamente tutti suoi, ha scritto un romanzo che lo ha portato in vetta alle classifiche mondiali e che, oltre a farlo diventare straricco, lo ha fatto diventare uno degli scrittori più ricercati per la stesura delle sceneggiature hollywoodiane. Insomma il suo è un successo.
Peccato che per realizzare il suo sogno Kennedy abbia rovinato letteralmente la sua vita. Ha abbandonato moglie e figlia in Irlanda, si è dimenticato della sua famiglia, passa da un letto ad un altro per il puro piacere di mettersi costantemente alla prova e per sfogare quelli che non sono altro che istinti, beve come se l’alcool fosse aria e il suo è un caratteraccio.
Nonostante questo è bravo nel lavoro che fa e gli assegni che gli staccano sono a sei cifre. Ma la sua vita è un po’ troppo sopra le righe e, per evitare problemi con il fisco, quando gli propongono di andare ad insegnare in una università inglese non può che accettare, pena la bancarotta.
Kennedy non sarà troppo contento di salire su quell’aereo che lo riporterà in quella terra che per lui rappresenta quasi una fossa, dove ci sono ricordi troppo pesanti e dove il carico delle responsabilità diventa sempre più pesante, soprattutto per uno come lui che ha sempre vissuto come se fosse l’unico uomo sulla terra. L’Inghilterra però rappresenta la sua vera chance per rimettersi in carreggiata, anche se Kennedy non sempre apprezza la cosa.
Diciamo che, dopo avere letto l’altro romanzo di Niven (A volte ritorno), le mie aspettative erano davvero alte, probabilmente altissime. Mi ero dunque persa nell’illusione che Niven potesse sorprendermi un’altra volta. Non è stato così, anche perché il romanzo, soprattutto nella prima parte è decisamente troppo lento. Le pazzie di Kennedy, le sue ubriacature sono portate all’estremo, tanto che ad un certo punto mi è quasi sembrato di conoscere meglio quelle che il personaggio.
Ora però vi dico perché comunque questo libro, domenica al mare, ha tenuto la mia attenzione desta nelle sue parti finali. Perché alla fine questo personaggio dissoluto, come nelle migliori commedie destinate a diventare film (non ho dubbi che sarà così), una chance ce l’ha. In Maschio Bianco Etero c’è tutta la critica ad una generazione portata all’eccesso e il jet set californiano ne esce praticamente distrutto, della serie non è tutto oro quel che luccica. Ma visto che alla fine Kennedy la sua strada la trova sembra esserci speranza per tanti. Non per tutti però e a farmelo credere è la giusta dose di cattiveria che ho in corpo 🙂
( Maschio Bianco Etero/ John Niven/ Einaudi/ pp 376/ € 18,50)
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