Le meditazioni sulla lettura che abbiamo fatto in questi (quasi) due anni di rubrica dedicata alla passione per i libri e all’amore per la lettura (che curiamo suUniversitinforma/MyCityPress) ci hanno spinte a dare un’occhio a quanto espresso sul tema dalle grandi penne della letteratura internazionale. E pescando qua e là, fra le pagine dei romanzi e le note di critica letteraria, abbiamo raccolto opinioni e riflessioni che vogliamo condividere con voi.
E non siamo le sole ad aver pensato una rassegna di citazioni dedicate al mondo dei libri. Nel 2007, infatti, la casa editrice Einaudi ha pubblicato “L’arte di leggere. Aforsimi sulla lettura”, un’antologia completa (ma necessariamente parziale) su quanto espresso dai big della scrittura circa l’importanza del loro operato. Una rassegna di pensieri sul tema del libro, da Platone a Virginia Woolf, passando per Giovanni Boccaccio, Giacomo Leopardi, Victor Hugo, Gabriele D’Annunzio… E chi più ne ha, più ne metta.
Un po’ come guardare se stessi mentre si legge: una forma di spionaggio letterario. E probabilmente, il fatto che si continui a passare in rassegna la diversità dei punti di vista pronunciati nel corso dei secoli sul tema, mostra la nostalgia che la nostra epoca nutre nei confronti di libri e lettura. Tant’è vero che, sebbene incalzi il pianeta dell’international technology con e-book di varia natura e sostituti digitali per i supporti cartacei, l’umanità non rinuncia al libro in “carta-e-ossa” il collegamento possibile fra passato e presente anche senza internet. Del resto, ci insegna Amos Oz “i libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”.
Esplorando la letteratura, come esposizione di sé all’esperienza altrui, abbiamo scoperto che se per Honeré de Balzac “una notte d’amore è un libro letto in meno”, Ralph Waldo Emerson ritiene invece che “la biblioteca di un uomo è una specie di harem”. Due punti di vista che in qualche modo si collegano all’idea di Italo Calvino per il quale “la lettura è solitudine. Si legge da soli anche quando si è in due”… Cosa che non contrasta con l’idea di beatitudine di Virginia Woolf che sottolinea: “Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine”.
Francis de Croisset ritiene che “la lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” e Oscar Wilde, quasi conseguentemente, evidenzia che “bisognerebbe sempre avere qualcosa di sensazionale da leggere in treno” del resto “leggere è vedere per procura”, almeno così ci insegna Herbert Spencer.
Fra i grandi autori della storia della letteratura, c’è chi ritiene che la lettura si costituisca come unica forme di esperienza del vivere. “Leggere è un autentico universale. Tutta la nostra esperienza è leggere”, ci insegna Hans-Georg Gadamer che sposa l’idea di Francis Bacon il quale invita a leggere non “per contradire e valutare, non per trovar argomenti di ciarle e di conversazione, ma per pensare e valutare”… Ma anche il pensiero di Gustave Flaubert che ammonisce: “Non leggete come fanno i bambini per divertirvi, o come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere”. Proprio come aveva detto ancheVittorio Alfieri per il quale leggere “vuol dire profondamente pensare”.
E se già Marco Tullio Cicerone percepiva una stanza senza libri “come un corpo senz’anima”, forse per invogliarsi a coprire i nostri scaffali di libri ci può essere d’aiuto l’idea di Valentino Bompiani che sosteneva: “Un uomo che legge ne vale due”. E a chi vi accusa di vivere fuori dal mondo perché il vostro naso sta sempre in mezzo alle pagine di qualche libro potete rispondere con le parole di Amélie Nothomb: “Chi crede che leggere sia una fuga è all’opposto della verità: leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima concentrazione”.
Come sempre, da una rassegna di questo genere, restano fuori infinte meditazioni che vi racconteremo prossimamente. Fra queste sicuramente, le riflessioni sull’importanza di rileggere. Intanto, vi abbiamo regalato le riflessioni che hanno preso le mosse da quanto espresso da René Descartes per il quale “la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori di tutti i secoli andati”. E’ così che è nato il nostro primo “Morto che parla”!
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