Oggi, ho scelto di raccontarvi di questo libro, perché il titolo è l’invito che voglio accogliere in me… Per far sì che queste ultime settimane – prima delle tante agognate ferie – siano meno faticose. Sono un po’ avvilita in questi giorni, anche a causa di un superlavoro nel quale mi sono infilata con estrema leggerezza… Ma che adesso mi sta facendo desiderare di aver risposto diversamente alla proposta fattami un paio di mesi fa. Ma tant’è. Al momento potrei solo piangermi addosso, cosa che – detto con franchezza – non fa per niente parte del mio stile di vita. Quindi, transeat. E veniamo al libro.
Ho già scritto – credo anche in più di un’occasione – che fra i miei autori preferiti c’è Nick Hornby. Inutile raccontarvi, dunque, che ho atteso con trepidazione l’uscita di Non buttiamoci giù. All’epoca ero ancora nella mia libreria e, quindi, sapevo con un certo anticipo quello che sarebbe arrivato sugli scaffali. Inutile anche aggiungere che quando ho trovato il romanzo negli scatoloni non stavo più nella pelle, l’ho preso e ho cominciato a leggerlo durante la pausa pranzo.
E’ la notte di Capodanno e in cima a un grattacielo a Londra, per caso, si incontrano quattro sconosciuti. Nulla li accomuna. Nessuna esperienza. Nessun legame. Niente di niente. Se non un’intenzione: quella di buttarsi giù da quel palazzo (ciascuno con le proprie ragioni). C’è Martin che non riesce a reggere il fatto che la sua reputazione sia stata distrutta; c’è Maureen che invece non sa più reggere le difficoltà di una disoccupata che deve accudire figlio disabile; c’è Jess, in pieno fermento (e disperazione) adolescenziale, che pensa che la vita non meriti di essere vissuta; c’è JJ, un presentatore televisivo, che vede tutto nero dopo il duplice fallimento nella vita privata e professionale. Intorno a loro, botti e festeggiamenti non fanno che acuire il desiderio di suicidarsi, di buttarsi giù da quel palazzone noto come la “casa dei suicidi“. I personaggi appaiono uno alla volta. e la comparsa del nuovo, interrompe l’intenzione del personaggio di cui abbiamo seguito il flusso di coscienza fino a quel momento. Certo che deve essere strana la sensazione di vedersi “scunzare” i piani. E non è un caso, infatti, che fra i quattro nasca un’accesa discussione (che è anche un po’ assurda, visto quanto è infarcita di humor noir) a seguito della quale i quattro scendono dal grattacielo e si danno appuntamento per la notte di San Valentino per fare il punto sulla situazione delle loro vite. Ma quel 14 febbraio, accade qualcosa di inaspettato. In cima al palazzo, nell’ombra, c’è un altro uomo che li fissa. E all’improvviso, l’uomo schicchera la sigaretta e con un balzo sparisce nel vuoto. Giù. Silenzio. Gemiti. E poi il tonfo. Ed è la morte di questo sconosciuto che accende il nuovo sviluppo della storia perché questo evento, dirà Martin «Primo: ci ha fatto capire che non eravamo capaci di ucciderci. Secondo: questa consapevolezza ci ha fatto tornare il desiderio di suicidio.
Ovviamente non vi racconterò niente di più. Salvo il fatto che il romanzo – intriso dell’ironia cui Hornby ci ha abituati – è un romanzo acuto che invita a ritrovare la forza di lottare. Un viaggio surreale alla (ri)scoperta della vita. Un libro che fa riflettere sulle cose davvero importanti nella vita e ragionare sul giusto peso da dare alle cose. Tutto questo per decidere con vera cognizione di causa di non buttarsi giù… Proprio come sto tentando di fare io in questi giorni mentre l’altra Matta da Leggere non c’è.
Voglio sottolineare che per la prima volta il titolo italiano è fantastico, forse persino migliore dell’originale (A long way down): un magnifico gioco di parole che rende giustizia al senso del libro. Inoltre, vi invito a leggere il libro prima di guardare il film che nel frattempo è stato realizzato, per la regia di Pascal Chaumeil, con protagonisti Pierce Brosnan (Martin), Toni Colette (Maureen), Imogen Poots (Jess) e Aaron Paul (JJ), che è uscito nelle sale italiane il 20 marzo scorso. Poi vorrei dire a Livio, il mio migliore amico che non vedo, però da un sacco di tempo, che nel riordino dei miei spazi, ho ritrovato la videocassetta di Alta Fedeltà che mi avevi prestato… Credo più di 5 anni fa. La rivuoi? No, vero? 🙂
C
(Non buttiamoci giù di Nick Hornby, Guanda, euro 12)