Qui abbiamo anche i Matti per le Matte certificati. Chi sono? Sono quelli che sono stati così bravi da aggiudicarsi una delle nostre agende 2015 nel contest che abbiamo lanciato alla fine dello scorso anno. Non potevamo, dunque, non chiedere anche a loro di cimentarsi in questo spazio e abbiamo cominciato con Sandy Sciuto che ci ha “spiato” per qualche giorno, per scrivere qualcosa che meglio si addicesse al nostro blog, poi ci ha inviato il racconto di quello che ha letto nelle prime settimane di questo 2015. Chissà se avrà segnato questa lettura sull’agenda :).
Un paio di settimane fa, sono stata contattata da una delle due Matte da Leggere e mi è stato chiesto di raccontare una storia con protagonista me che ho letto un libro. Ho detto subito di sì perché raccontarsi attraverso i libri che si leggono è ancora meglio, certe volte. Lo ammetto: scegliere il libro è stato difficile perché, secondo me, è importante entusiasmare i lettori ma non è stato neppure tanto complicato perché ho capito che questa era l’occasione per parlare di uno dei miei grandi amori letterari: Andrea Camilleri. Non so dire il momento esatto in cui me ne innamorai, so però che accadde per caso, come tutte le cose migliori dell’esistenza.
Per l’occasione, ho deciso di presentarvi “La paura di Montalbano”, mia prima lettura del 2015 ed ennesimo libro che va a comporre lo “spazio Camilleri” della mia libreria. Ho comprato il libro quando ho superato un esame all’Università e, quindi, da quando ho deciso di voler avere l’intera produzione letteraria di Camilleri, interamente cartacea, porto con me una lista dei titoli da cui spuntare i libri che acquisto (e rispetto a tutti i libri pubblicati, quelli spuntati sono pochissimi purtroppo!).
Il libro è una raccolta di racconti (tre brevi e tre lunghi) in cui il protagonista, l’ormai conosciuto Commissario Montalbano, insieme ai suoi fedelissimi colleghi Fazio, Augello e Catarella dovrà indagare su strani delitti e fare i conti con le proprie debolezze fisiche e mentali. So già che tra i lettori ci sono coloro che non amano le raccolte di racconti (anch’io la pensavo così), ma ora sono dell’idea che un lettore ha pure bisogno di libri che regalino sfumature e suggestioni diverse, sganciate da un unico filo narrativo, e i racconti hanno questo potere.
Non è compito mio raccontarvi come va a finire, ma vi basti sapere che il Commissario Montalbano non si tirerà indietro davanti a storie contorte, che la conoscenza con il Maresciallo Verruso sarà determinante per la risoluzione di un caso e non solo, che si renderà conto di avere paura anche se non lo dirà mai alla sua Livia, con cui litiga continuamente, e che Catarella è un tipo con cui avere dei segreti, anche se il commissariato con lui è a prova di infarto.
Ho apprezzato il libro perché Camilleri tra indagini, interrogatori e scoperte, consegna al lettore la Sicilia, con il dialetto siciliano usato nel libro e per le conversazioni tra i protagonisti che spesso usano le “tipiche espressioni” o alcuni “luoghi comuni” sui siciliani, con il riferimento ai piatti tipici della cucina siciliana e con la descrizione dei paesaggi e del mare inconfondibilmente siciliani. Dai libri di Camilleri emerge la bellezza della Sicilia nel suo essere particolare ma essenziale, calorosa ma dannata e potenzialmente ricca ma non valorizzata.
Camilleri regala ancora una volta un capolavoro ai suoi lettori con storie che si intrecciano con la vita di Montalbano che è curioso, determinato, risoluto ma anche introspettivo e pronto a ridere di sé con se stesso. E se amo Camilleri è per questo: per la capacità di dare vita ai suoi personaggi che sono così vicini per caratteristiche alla gente che incontriamo nella quotidianità, per aver deciso di dare valore alla sua terra natìa, la Sicilia, e ad aver contribuito a farla conoscere sia con i libri (che sono pure tradotti in vari paesi nel mondo) sia con l’omonimo telefilm, apprezzato dallo scrittore, e ambientato nelle coste del ragusano che ha garantito maggior afflusso di turisti (compresa me, che ho un debole per l’architettura, l’arte, la gente e gli usi di quell’angolo di Sicilia), curiosi dei luoghi di Montalbano.
Io consiglio di leggerlo e vi assicuro che non resterete delusi perché Camilleri mostra una lucidità e una capacità sopraffine di elaborare storie, una voglia di far divertire il lettore non senza colpi di scena e poi perché passare un weekend con Montalbano può essere solo avventuroso e sconvolgente. Io intanto continuerò ad alimentare questa passione e chissà che un giorno io non incontri il Maestro.
(Andrea Camilleri/ La paura di Montalbano/ Mondadori/ euro 5,00/ pp. 304 )
Sandy Sciuto