Quando ero una ragazzina, sulle televisioni locali era frequente vedere lo storico Santi Correnti che raccontava le leggende e spiegava i proverbi e i modi di dire siciliani. Santi Correnti fu il primo a istituire la cattedra di Storia della Sicilia nell’insegnamento universitario, tenendola dal 1970 al 1996 presso l’ateneo catanese. Non stupisce quindi che le sue conoscenze si siano trasformate in libri, pubblicati da Newton Compton, come Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Sicilia e Proverbi e modi di dire siciliani di ieri e di oggi, il libro di cui parliamo adesso.
In realtà, ho preso gusto nel suggerire questi titoli, tutti disponibili al CUB – Castello Ursino Bookshop perché trovo interessante e al tempo stesso divertente la lettura di titoli che trasferiscono la saggezza popolare e l’autenticità di una tradizione orale vecchia di secoli al mondo contemporaneo. Detti, proverbi, modi di dire arguti e che sottendono una sapienza antica, quella del popolo siciliano che grazie alla varietà di culture che l’hanno formatosi mostra arguto, animato, vitale, caleidoscopico, iridescente, brillante e contraddittorio. I temi sono infiniti, come infinita è l’esperienza di vita. C’è l’amore, la gelosia, il cibo il destino, la fortuna, le donne, la giovinezza e la vecchiaia, i parenti, la fede, la superstizione, il lavoro, il tempo, le stagioni, la salute, la ricchezza e la povertà, la vita e la morte. Di ogni proverbio in vernacolo siciliano il libro offre una traduzione letterale in italiano, il commento demopsicologico, le eventuali fonti letterarie.
Ricordando, quindi, che lu muttu di li antichi mai fallì (il dire degli antichi non sbaglia mai), ne guardiamo qualcuno di particolarmente significativo: sull’amore e sulla gelosia, L’amuri è comu ‘a tussi, non si può ammucciari (l’amore è come la tosse, non si può nascondere);sull’amicizia, cu è riccu d’amici, è scarsu di guai (chi ha molti amici, evita molti guai); sul carattere delle persone, ogni vutti dà ‘u vinu ca ci ha (ogni botte dà il vino che contiene, vale a dire: ognuno ha il suo carattere) o falla comu la voi, sempre è cucuzza (cucinala come preferisci, ma è sempre zucca, vale a dire: è difficile che qualcuno possa cambiare la propria natura, il proprio carattere) e ancora comu feti ppi nu spicchiu, feti ppi ‘na testa (l’aglio puzza tanto per un solo spicchio, quanto per tutto il bulbo, vale a dire che anche un solo episodio ti fa capire il carattere di una persona); ogni pignata havi lu sò cuverchiu (ogni pentola ha il suo coperchio, vale a dire che ogni carattere ha il suo antagonista)… e potremmo continuare e continuare ancora.
Carla
(Proverbi e mondi di dire siciliani di Santi Correnti, Newton Compton editori, pag. 360, euro 9.90)